“Azioni che si sono dimostrate evidentemente insufficienti, ma che hanno avuto il merito almeno di fare chiarezza su alcune questioni: cito quindi l’interrogazione all’assessorato competente alla Regione Lazio, datata luglio 2014, con cui abbiamo chiesto all’assessore allo sviluppo economico Fabiani quali fossero le responsabilità della Regione su quel progetto e sul quel cantiere, apprendendo l’estraneità dell’Ente. In particolare la risposta dell’assessore Fabiani ha precisato che “l’operazione proposta dalla società Privilege presuppone un intervento finanziario della Filas (banca della Regione Lazio) sicuramente ascrivibile agli aiuti di Stato, quindi non ammissibile.”
Accanto a questo atto vi sono stati da parte mia, doverosamente aggiungo, tanti incontri con l’assessora regionale al Lavoro e con i lavoratori di ogni settore coinvolto, che oggi pagano il prezzo più alto di una situazione che ha dell’incredibile e su cui la Magistratura e la Procura saranno chiamate ad indagare per individuare eventuali responsabilità.Come Politica però oggi occorre uscire dall’angolo in modo dirompente, in primo luogo facendo luce sul numero di lavoratori che hanno perso il lavoro per correre ai ripari e trovare una soluzione per quelle famiglie. In questo l’Autorità portuale dovrà fare la sua parte, lavorando di concerto a tutte le Istituzioni coinvolte, i sindacati e le parti interessate, affinché da una criticità come questa si possano porre le basi, questa volta in totale trasparenza, per realizzare qualcosa di davvero positivo per lo sviluppo del territorio.
L’area oggi occupata dal cantiere Privilege infatti è una risorsa importantissima per Civitavecchia, sottratta per anni al bene della città, per un progetto di cui abbiamo visto tutte le ombre esistenti. Occorre restituirla alla città, e quindi a progetti ed idee che siano anche simbolo di un cambio di direzione netto. In questo senso avanzo uno spunto di riflessione, che fa leva sulle clausole rescissorie presenti nel contratto con Privilege e che intende pensare a quell’area così importante dentro il porto come punto di partenza per la realizzazione della zona franca, solo per fare un esempio. E’ chiaro che ogni altra idea compatibile con il luogo e ascrivibile alla trasparenza, alla legalità e quindi al bene comune, meriterà di essere presa in considerazione, approfondita e concertata.
Ai lavoratori rivolgo la mia solidarietà non formale, dimostrata anche in tempi non sospetti, pur riconoscendo che oggi possa apparire inutile anche ai miei occhi.
A mio avviso la risposta più efficace è quella di reagire ad un fatto annoso, percepito da tutti come una ingiustizia, anche frustrante, fatta ad un intero territorio.”
GINO DE PAOLIS – capogruppo SEL Regione Lazio