A distanza di oltre sei anni dal clamoroso blitz della Guardia di Finanza che portò l’ex amministratore delegato e l’ex direttore amministrativo della Privilege, Mario La Via e Antonio Battista agli arresti domiciliari, è iniziato il processo sul fallimento della Privilege, che vede diversi capi di imputazione il più grave dei quali è la bancarotta fraudolenta. Come si ricorderà, il blitz delle fiamme gialle capitoline, che fecero irruzione nella villa di La Via, era scattato al termine di lunghe indagini successive alla chiusura del cantiere allestito nell’area della Mattonara dove erano partiti i lavori per la costruzione del megayacht P430 e alla dichiarazione di fallimento della Privilege.
Nel corso dell’indagine, la Guardia di Finanza aveva appurato che la società aveva prodotto un danno nei confronti dei creditori vicino ai 90 milioni di euro, portando a 180 milioni di euro il totale del passivo. Era poi emerso che i progetti relativi ai mega yacht erano del tutto privi di valore economico e che gli 80 milioni di euro investiti, fatturati e pagati ad una società con sede nelle Isole Vergini, altro non erano che una maxi truffa, così come il maxi finanziamento da cento milioni di euro concesso da un pool di istituti di credito con in testa Banca Etruria. Protagonista della prima udienza, svoltasi al Tribunale di via dell’Immacolata, è stata la curatrice fallimentare, la dottoressa Daniela De Rosa, che dal 2015 al 2018 si è occupata di gestire tutti gli aspetti legati alla liquidazione della Privilege, compresa l’indizione delle aste per la vendita dello scafo da completare e del compendio immobiliare, e che ha avuto modo di verificare quale fosse stato l’operato degli ex amministratori della società. Per quasi due ore la dottoressa De Rosa ha risposto alle domande del Pubblico Ministero, il sostituto procuratore della Repubblica, Mirko Piloni. Nel corso dell’interrogatorio è emerso come la gran parte delle responsabilità nella vicenda fossero attribuibili a La Via. L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo 26 febbraio. In aula sarà presente ancora la dottoressa De Rosa, questa volta per rispondere alle domande degli avvocati del collegio difensivo.
One Comment
Franca L.
Non vorrei essere pessimista ma ho paura che a pagare saranno solo i pesci piccoli e i “cervelli” continueranno a fare affari altrove, troppe persone ammanicate e importanti risultano coinvolte, se ben ricordo anche un altissimo prelato.