Sta destando scalpore, in città, l’articolo apparso ieri sul quotidiano Libero in merito alle vicissitudini della Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, all’interno del quale si ipotizzano legami tra la difficile situazione dell’istituto di credito e l’altrettanto complicata vicenda del cantiere Privilege a Civitavecchia. Nell’articolo, infatti, si legge che tra le banche che avrebbero finanziato l’azienda risulterebbe anche l’Etruria, la quale avrebbe concesso aiuti economici per la costruzione del megayacht da 130 metri da realizzare in 30 mesi.
Come noto, invece, di mesi non ne sono bastati 100, dall’inaugurazione nel cantiere avvenuta nel lontano 2007. E le ombre che getta Libero sulla Privilege sono pesanti, riguardanti soprattutto finanziamenti definiti poco chiari: nell’articolo si parla infatti di un tesoretto di circa 34 milioni di euro versato dal 2011 al 2014, ovvero quando azienda ed istituto bancario erano già in difficoltà. Libero riporta date e cifre di contributi erogati da un pool di banche, di cui l’Etruria risulta capofila. Ma non solo, perché il quotidiano ricostruisce anche l’intera vicenda Privilege, ricordando i nomi dei protagonisti e dei personaggi legati al progetto: dalla famiglia La Via, all’ex segretario dell’Onu Perez de Cuellar, passando per l’ex generale della Guardia di Finanza Giovanni Verdicchio e l’azionista Robert Miller. Nell’articolo non mancano inoltre riferimenti ai legami tra Privilege e mondo della politica, sottolineati dalla presenza nella vicenda di nomi quali Vincenzo Scotti, ex ministro democristiano, e di Gianni Rivera, ex sottosegretario alla difesa, presente nel 2007 all’inaugurazione del cantiere. “Siamo di fronte ad un’enorme questione di Stato – il commento dei segretari territoriali di Cgil e Fiom Cesare Caiazza e Fabio Palmieri – per la quale risulta urgente e necessario un intervento del Governo, anche perché gli effetti di questa incredibile e poco trasparente vicenda, purtroppo, riguardano oltre 200 lavoratori licenziati e migliaia di posti di lavoro promessi e mai concretizzatisi”. Il sindacato fa sapere di essere pronto a chiedere all’Autorità Portuale e al Sindaco Cozzolino di operare o per accordi di uscita, oppure per muovere tutte le azioni necessarie per una rapida revoca della concessione dell’area attualmente occupata dalla Privilege, al fine di consentire comunque la ripresa e lo sviluppo delle attività. “Ovviamente – concludono Caiazza e Palmieri – rivendicheremo il proseguimento di ‘rapporti di lavoro a tempo determinato’ nell’ambito delle attività nel Porto, concepite dalla stessa Autorità Portuale come ‘ponte’, in attesa della ripresa delle attività di cantieristica navale connesse all’area attualmente occupata dalla Privilege”.