Dovrà rispondere dell’accusa di omicidio colposo, aggravato dalla violazione delle norme sulla circolazione stradale, l’uomo che nel marzo del 2009 era al volante del Land Rover che si scontrò con la moto guidata dal carabiniere Antimo Pedata. Un impatto fortissimo, avvenuto nel tratto tra Monte Romano e Tarquinia dell’Aurelia Bis, e che costò la vita al vice brigadiere. Questa mattina al Tribunale si è svolta l’udienza preliminare, in cui l’avvocato Andrea Miroli, legale della famiglia Pedata, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’uomo alla guida del fuoristrada. Il giudice ha accolto la richiesta e il dibattimento inizierà a gennaio.
Come si ricorderà, l’inchiesta avviata dalla Procura sull’incidente è stata abbastanza complicata. Il pm Bianca Maria Cotronei, infatti, nominò il perito Giannuzzi per ricostruire la dinamica del sinistro e l’ingegnere consegnò una relazione in cui si stabiliva che il responsabile dell’incidente era Pedata. Il pm richiese quindi l’archiviazione, trovando però l’opposizione dell’avvocato Miroli. Dopo un’udienza camerale, il gip decise di restituire gli atti al pm, chiedendo nuovi accertamenti. E questa volta, secondo il nuovo perito, il responsabile dell’incidente veniva indicato nel guidatore del Land Rover. Una relazione che portò il pm a chiedere il rinvio a giudizio per l’uomo al volante del fuoristrada.