“Siamo increduli dinanzi alle diverse prese di posizioni assunte dall’amministrazione comunale in relazione a temi che hanno contraddistinto l’opposizione alla giunta Moscherini prima e la campagna elettorale poi”. Inizia così la nota con cui Civitavecchia è Tua, la lista civica che alle ultime elezioni comunali ha sostenuto la candidatura a sindaco di Simona Ricotti, critica duramente l’azione di Palazzo del Pincio.
“La vendita di HCS e la relativa privatizzazione dei servizi, l’enorme quantità di cemento che si vuole spargere su tutta la città, il tentativo di insabbiare l’abuso della Marina e non da ultima la vicenda del bando ai privati per i parchi pubblici e l’atteggiamento tenuto nei confronti dell’Assessora Galletta – continua Civitavecchia Tua – sono fatti gravi che prefigurano scelte con conseguenze impattanti fortissime sul territorio e sulla gestione dei beni e dei servizi pubblici. Sembra una linea politico-amministrativa già assunta e oggi resa pubblica senza il supporto di dati e tempistica, senza un piano di risanamento complessivo. Ci domandiamo: e il referendum vinto per mantenere pubblici i servizi locali? E le mobilitazioni, le assemblee, le denunce di abusi, le petizioni per denunciare l’illegalità della variante 29, per la revocare i piani di zona e i progetti edificatori devastanti, per impedire l’ulteriore consumo di verde e territorio in presenza di case non occupate ed edifici da riqualificare? Non c’è stata alcuna consultazione popolare, né un vero ed approfondito confronto con i lavoratori interessati e le parti sociali. E’ il ribaltamento dei punti qualificanti dello stesso programma elettorale su cui solo pochi mesi fa la coalizione di centrosinistra ha chiamato i cittadini a votare. Quella coalizione e quel programma che doveva segnare, a detta della maggioranza uscita dalle urne, la rottura netta colla precedente amministrazione e invece oggi ne vuole riprendere e portare a temine i progetti più devastanti di privatizzazione e cementificazione selvaggia. Non è certo questa la via per risollevare le sorti la città, quanto piuttosto il modo per consentire a quanti sino ad oggi hanno speculato, martoriandolo, sul nostro territorio, di continuare a spremerlo fino all’ultima goccia per il proprio privatissimo interesse, lasciandoci ancora una volta gli scarti. Dobbiamo purtroppo rilevare che il futuro che era stato annunciato, assomiglia molto al passato: cosa che, seppur ci addolora, non ci stupisce: stessi gli interessi in gioco, stessi i personaggi del sottobosco, diversi (forse!) solo i nomi di chi muove le fila”.