Appuntamento settimanale col sonetto di Pasquino. Un Pasquino nuovamente arrabbiato, quello che si propone questo sabato, che prende ancora una volta di mira il potere. Un potere rappresentato da personaggi che, secondo l’anonimo poeta dialettale, stanno facendo regredire la sua città giorno dopo giorno trascinandola verso la morte. Il titolo del sonetto è, ovviamente, “Er potere”. Cliccare per leggere.
Er potere
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Ce stanno certi giorni, lo confesso,
Che io me ciarrovello troppo spesso
A domannamme come adè successo
Che ne quer posto a quello cianno messo,
Nun je farebbe pulì manco er cesso.
Invece de vedé quarche progresso
Ogni giorno che passa adè regresso.
E io me sento sempre più depresso.
E’ vero: poi pensà ch’adè un eccesso,
Che sto giudizio come te l’ho espresso
Po’ datte l’impressione d’un processo,
Ma io nun te nasconno che so’ oppresso
Me sento violentato e manomesso
A vedé sta città ch’adè ar decesso
Pasquino dell’OC
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