Enrico Ciancarini, con il libro “Il Fascio Spezzato”, sottotitolo “Gli Arditi del Popolo nella “ribelle, irriducibile Civitavecchia”, ha portato alla luce un episodio della storia cittadina sconosciuto ai più: quello del battaglione Arditi del Popolo che, nella nostra come in altre città, soprattutto portuali, cercò di opporsi all’avanzata del fascismo. Il volume è stato presentato nel salone della Fondazione Cariciv di fronte ad un numeroso pubblico tra cui alcuni partecipanti provenienti da Livorno e Viterbo.
Molti e di grande interesse gli interventi: da quello di Fabrizio Barbaranelli, a cui si deve l’introduzione del libro e che ha svolto anche il ruolo di moderatore, a quello degli storici Eros Francescangeli che ha curato la prefazione e Marco Rossi, oltre ad altri esperti di questa breve ma intensa pagina della storia italiana svoltasi nell’arco di poco più di un anno, tra il 1921 e il 1922. Civitavecchia, con il suo movimento costituito di circa 600 tra comunisti, socialisti, anarchici, sindacalisti rivoluzionari, rappresentò un momento importante nel tentativo di bloccare la marcia su Roma di un gruppo di fascisti che attraversarono la nostra città. Una formazione composta da portuali, ferrovieri, panettieri, reduci che diedero vita “ad una tra le più agguerrite sezioni degli Arditi del Popolo, vale a dire la prima formazione armata che si oppose militarmente alla violenza fascista”. Una esperienza durata appena 18 mesi, nata e scomparsa senza lasciare altra traccia che la tradizione orale tramandata di padre in figlio e che appare solo in alcuni testi di storici che trattano l’argomento. Il libro di Ciancarini, autore di altri volumi sulla storia della città, ha colmato quindi una lacuna rendendo giustizia a quel gruppo di oppositori che si batterono prima del ventennio fascista: riuscirono solo, tra queste in particolare Parma e anche Bari, a ritardarne per poco la presa del potere. L’unità di tutte le forze oppositrici avrebbe potuto fermare l’avanzata del fascismo e modificare il corso della storia? No, secondo il parere di tutti i relatori, anche per la volontà del re che assegnò poi come noto a Mussolini l’incarico di formare il governo. Era presente la Vice Sindaca Daniela Lucenoni per l’Amministrazione Comunale e il Vicepresidente della Compagnia Portuale Patrizio Scilipoti.