“Tra il silenzio e il grido scegli la parola: rivolgiti al Telefono Rosa”. E’ questo il titolo del convegno sulla violenza sulle donne svoltosi ieri pomeriggio, a partire dalle dalle 16, presso l’aula Pucci. Organizzata dalla Consulta delle Donne – Telefono Rosa con il patrocinio del Comune, l’iniziativa ha previsto la partecipazione, in qualità di relatrici, della dottoressa Francesca Monaldi, primo dirigente della Polizia di Stato presso il commissariato di Primavalle a Roma, delle deputate Marietta Tidei del Pd e Marta Grande del Movimento 5 Stelle, degli psicologi Giancarlo Taurchini e Alessandro Spamipinato e della presidente della Consulta delle Donne – Telefono Rosa Elisa Aceto.
“La situazione in merito alla violenza sulle donne – ha affermato la dottoressa Monaldi – è, rispetto agli anni passati, cambiata sicuramente in maniera positiva. C’è molta più sensibilizzazione, e più attenzione da parte di tutti. C’è stato uno stravolgimento normativo molto importante che ha riguardato il nostro Stato negli ultimi anni. Sicuramente oggi una donna, se vuole uscire dalla violenza, può farlo. Per tutelarsi – ha proseguito il dirigente – le donne devono innanzitutto prendere coscienza di essere vittime, che spesso è lo step più difficile. Spesso, infatti, è difficile rendersi conto di esserlo, soprattutto quando chi usa violenza è un familiare, è l’uomo che abbiamo sposato o con cui abbiamo avuto dei figli. La miglior protezione nei confronti dei figli è quella di proteggere se stesse, avere dignità come essere umano. Le possibilità che le donne hanno per uscire dalla violenza sono molte,ci si può rivolgere alle forze dell’ordine, ai centri antiviolenza, agli ospedali o chiamare il 1522, che è il numero di emergenza nazionale sulla violenza nei confronti delle donne”.
“Nell’ottobre di quest’anno – spiega l’avvocato Andrea Romani del Foro di Civitavecchia – è stata approvata la legge sul femminicidio. Questa prevede un inasprimento di pene nel caso in cui vi sia stata una precedente relazione affettiva tra l’offensore e la vittina, e ha previsto anche degli istituti che erano già stati previsti nella legge sullo stalking approvata nel 2009. Per la mia esperienza a Civitavecchia – conclude il legale – posso dire di aver ricevuto diverse persone che volevano sapere come muoversi in ambito territoriale al fine di veder perseguiti gli autori del reato di stalking. In questi casi consiglio sempre di sporgere denuncia”.