“Voglia di mare, per me e per altre persone che come me sono sulla sedia a rotelle la voglia di mare tale rimane. Ma possibile che su tutti i chilometri di costa di Civitavecchia non ci sia un posto dove poter fare andare al mare un disabile?”. A porre il quesito è la geometra Elena De Paolis, in una sorta di lettera aperta alla città e in particolare all’amministrazione comunale nella quale ricorda che lo scorso anno alla Marina l’associazione “Il Melograno” aveva attrezzato una spiaggia accessibile, dotata di tutti i confort compresi gli accompagnatori, “pulita, ospitale gratuita”.
“Forse funzionava troppo bene?” si chiede Elena De Paolis, raccontando di aver chiamato all’inizio della stagione il responsabile dell’associazione per sapere quando avrebbero aperto la spiaggia e di aver saputo che quest’anno “Il Melograno” non ha avuto la concessione.
Di lì è iniziato un inutile pellegrinaggio, tra Pirgo e Marina, pieni di topi e sporcizia, con la decisione finale di andare in piscina.
“Ma che senso ha – si sfoga – in una città di mare, affacciata sul mare, che una persona con mobilità ridotta debba andare in piscina? A chi devo, anzi dobbiamo chiedere aiuto per poter andare al mare? Eppure non chiediamo molto, solo accessibilità, tutte cose previste dalle normative. Perchè non si obbligano i gestori
dei tratti di spiaggia, là dove ci sono, ad adottare tutti i sistemi per l’abbattimento delle barriere architettoniche? Perché il Comune non rinnova le concessioni a chi, a propria cura e spesa ci rende la vita più vivibile? Ovvero, perché il Comune non provvede in proprio? Caro sindaco e cari amministratori (ovviamente il caro è polemico) quale è la molla che vi spinge a non considerare i diritti di tutti? Eppure sui doveri siete chiarissimi! Volete costruire una rupe Tarpea per gettare i disabili oppure volete approfittare di quella al Campidoglio? Purtroppo la vita non sappiamo cosa ci riservi… Guardiamo lontano, entriamo in Europa o forse solo al nord Italia, gettiamo uno sguardo a quei comuni sul mare che hanno adottato sistemi semplicissimi per
dare autonomia ai disabili. Non tutto quello che ci circonda è brutto, cattivo o contaminato. Non tutti sono collusi o di parte, come sembrate pensare. L’unica parte che conosco è quella di chi deve privarsi di tante cose perché la vita non è stata clemente e soprattutto perché la città con i suoi amministratori in primis, se ne frega. Ma come dico sempre io…diversamente abile….diversamente giovane e diversamente educata…..una gamba se la possono rompere
tutti. Ed allora cari amministratori…io resto con la voglia di mare”.