“Lo sport civitavecchiese ha tributato l’ultimo commosso saluto a Gradinoro Lini, Oscaretto per tutti, sicuramente uno dei più grandi talenti calcistici che hanno dato lustro alla nostra città dagli anni quaranta ai sessanta del secolo scorso. Personaggio straordinario Oscaretto, favoloso per la sua semplicità ed ancor più per la fantastica capacità di “dialogare” con la sfera di cuoio in maniera splendidamente confidenziale e per la facilità di saperla trattare con eleganza, raffinatezza, insomma classe.
Splendida la sua carriera malgrado un tiro mancino della malasorte abbia provato ad interromperla in maniera violenta stante il suo doloroso infortunio (ginocchio in frantumi) con sulle spalle la prestigiosa maglia giallorossa della Roma in quel di Marassi nel maledetto pomeriggio del suo debutto nella massima serie contro la Sampdoria. Oscaretto ha saputo comunque trovare gloria e consensi a livello di serie C appropriandosi anche del record assoluto della categoria relativo al numero di reti segnate in un solo match, precisamente 5, indossando la maglia della Torres di Sassari. E per non farsi mancare un’altra perla da aggiungere alla lunghissima collana di successi, il titolo italiano conquistato con il Civitavecchia allo stadio Olimpico di Roma. Era la stagione 1957/58. Ma domenica mattina, in religioso silenzio, avvolta dalle severe pareti di una Cattedrale colma di commozione, la bella città d’incanto di quei specialissimi giorni si è trasformata nella pessima città di (in)cant…astorie che colpevolmente e senza giustificazione alcuna è riuscita a dimenticarsi di Oscaretto, ovvero di uno dei suoi figli sportivi prediletti. Lui, punta di diamante della società calcistica nerazzurra per averle saputo conferire prestigio ed onore, non ha ricevuto neppure un fiore dagli attuali dirigenti del club che indossa gli stessi colori e che evidentemente non possono ricordare chi veramente ha toccato vette paradisiache, impegnati come sono oggigiorno a fare i conti con la propria scadentissima dimensione nella quale certamente non avrebbe mai potuto inserirsi un “gigante” come Oscaretto Lini. Ma tant’è: a noi e a tutti coloro che fino all’ultimo istante han voluto stringersi intorno al loro campione resta la soddisfazione di aver sottolineato con presenza attiva e sentita l’ultima ineguagliabile giocata del grande Gradinoro”.
Giampiero Romiti