“Denunciammo pubblicamente al Sindaco più di una volta e in tempi non sospetti la grave situazione in cui si sarebbero trovate le fasce più deboli della città proprio sotto il periodo natalizio. Il nostro accorato appello, che rappresentava il grido di dolore che avrebbero dovuto sopportare i civitavecchiesi, proveniva dal territorio e dagli operatori dei centri di assistenza fiscale che operano in città, preventivamente consapevoli del bagno di sangue che sarebbe arrivato con l’aumento di un punto e mezzo millesimale dell’aliquota sull’abitazione principale che ratificò la Giunta comunale”. Inizia così una nota di Luigi D’Amico (Quattrogiugno Italia Nuova), Antonio Cacace (Il Popolo della Città), Pino Antonucci (movimento Insieme) e Nicola De Liguori (Obiettivo Comune), rappresentanti di movimenti e associazioni a Civitavecchia.
“Entro il 17 dicembre infatti – affermano dai movimenti cittadini – si dovrà versare il saldo della super IMU che in alcuni casi toccherà il 150% di aumento dell’acconto già versato. Secondo le nostre stime l’imposta sulla prima abitazione, costerà ai civitavecchiesi in media 280 euro con punte fino a 470. Mentre per la seconda casa si potranno versare fino a 1.250 euro a famiglia. Se a questo aggiungiamo – continuano – le possibili rate assicurative dell’auto, il mutuo, maxi tariffe gas e corrente ecc. possiamo essere certi che della tredicesima non resterà più nulla, anzi ci sono forti dubbi che possa essere sufficiente per il pagamento di tasse e tariffe”.I movimenti e le associazioni cittadine in prossimità della scadenza dell’ultima rata dell’Imu puntano il dito contro quella che definiscono un’imposta “odiosa e ingiusta, sotto tutti i profili, contro gli italiani che sono stati colpiti proprio sull’unica certezza che una famiglia ha, un tetto sopra la testa”.
“A fronte di questa grave situazione – concludono i rappresentanti dei movimenti cittadini – chiediamo a gran voce l’impegno per un futuro abbattimento dell’aliquote aumentate dalla Giunta Tidei, per salvare il potere d’acquisto delle famiglie civitavecchiesi e conseguentemente del commercio locale, già in forte crisi economica. Anche perché il principale motivo per cui il sindaco Tidei ci fece digerire questo boccone amaro (aumento al 5,50 per mille per la prima casa e al 9 per mille per seconda) era quello di salvare HCS e le società municipalizzate, operazione ormai saltata visto che il sindaco è orientato a licenziare buona parte del personale dipendente e a venderle ai privati”.