Civitavecchia rappresenta il piano B di Tankoa qualora a Genova si allungassero ulteriormente i tempi per l’ottenimento delle autorizzazioni relative alla realizzazione del nuovo cantiere, dove la società intende promuovere il refitting, ovvero gli interventi di manutenzione sugli yacht. Lo spiega il massimo esponente di Tankoa, l’ingegner Vincenzo Poerio, nel corso di un’intervista rilasciata al magazine specializzato Shipmag, nella quale parla anche dell’esperienza che sta conducendo a Civitavecchia nell’area ex Privilege (a proposito, qualcuno controlla che nel capannone lavorino i civitavecchiesi e che le imprese locali sono tutelate fino in fondo?, ndr).
Sottolineando che attualmente alla Mattonara si stanno costruendo tre scafi e sono occupate circa cento persone, Poerio sostiene che Civitavecchia potrebbe essere l’area per sviluppare il refit. Spiega che anche qui si sta costruendo un indotto e, se nasce la possibilità di far crescere il lavoro del refitting, il “Porto di Roma” avrebbe tutte le carte in regola, “visto – aggiunge – che a Genova siamo limitati dalle aree mentre a Civitavecchia ce ne sono tante e quindi se le autorità locali ci consentono di allargarci, possiamo creare un altro polo per quell’attività”. Per Poerio si tratta comunque di una questione da verificare nei prossimi due o tre anni. Le affermazioni del Ceo di Tankoa Yachts aprono però uno scenario quanto mai interessante, perché se uno dei massimi esperti internazionali del settore giudica che Civitavecchia avrebbe tutte le carte in regola per un ulteriore sviluppo dell’attività cantieristica, viene da chiedersi per quali ragioni tale ipotesi non venga fortemente caldeggiata a livello istituzionale. D’altra parte, il porto locale è l’unico in Italia, tra quelli medio grandi, a non avere un cantiere navale. Sembra paradossale ma è così. Fino agli anni ’90 se ne potevano contare tre e c’erano solamente Tirrenia e Ferrovie dello Stato. Adesso, con le crociere e le linee di traghetti che, oltre alla Sardegna, raggiungono la Sicilia, la Spagna e il Nord Africa, non ce n’è nessuno. Oltretutto, Civitavecchia, anche per quelle che sono le attività scolastiche, avrebbe la possibilità di far fronte tranquillamente alla necessità di manodopera specializzata che viene spesso sollecitata nel settore. Fincantieri, prestigiosa società del settore, è un’azienda pubblica. Perché il Governo e la Regione, visti i problemi derivanti dalla chiusura di Torre Nord, non individuano Civitavecchia come sede di un suo stabilimento, considerato che Fincantieri è già presente a Trieste, Monfalcone, Marghera, Sestri Ponente, Genova, Muggiano, Palermo, Ancona e Castellamare di Stabia? Quale scelta migliore per la ricollocazione dei metalmeccanici che non avranno più la possibilità di lavorare nell’indotto Enel? E’ così difficile fare cose che sembrano apparentemente scontate? O si tratta solo di volontà politiche?
1 Comments
namor
Ma l’italiano? Al di là dei contenuti dell’articolo che lasciano alquanto a desiderare, quantomeno la forma: i congiuntivi questi sconosciuti!