"Abbiamo alcuni interrogativi da porre all'Assessore Fanciulli". Esordiscono così i comitati di partecipazione delle Rsa di Bellosguardo e della Madonna del Rosario all'indomani della conferenza stampa indetta dall'Assessore alle politiche giovanili e alla famiglia Fulvia Fanciulli, che ha dichiarato di essere in attesa di un colloquio con l'Assessore della Regione, per chiarire i punti più controversi della circolare esplicativa del 2 gennaio scorso. Per i parenti dei ricoverati nelle Rsa da chiarire non c'è praticamente nulla. "E' vero o no – dichiarano – che le leggi regionali e comunali non possono essere in antitesi con quelle nazionali? E' vero o no che gli unici referenti Rsa per quanto riguarda le rette di degenza sono Regione e Comune? Per quale motivo poi il Comune chiede ai cittadini il reddito di familiari e parenti, quando l'unica dichiarazione reddituale che deve essere conosciuta è quella dell'assistito? Perché inoltre viene conteggiata ai fini del reddito anche la prima casa, nonostante nella legge finanziaria di quest'anno sia scritto il contrario?". A questi interrogativi i parenti dei lungodegenti ne aggiungono altri due, chiedendo al Comune se qualcuno è a conoscenza del fatto che per i lungodegenti oltre i 65 anni o per coloro che soffrono di handicap gravi non è previsto il limite di reddito di 13.000 euro in cui rientrare per farsi concedere l'integrazione della retta mensile, e se sia mai stato rispettato ciò che è scritto nell'ordinamento legislativo, in cui è previsto che il degente possa trattenere dai propri beni una somma di circa 300 euro mensili, corrispondenti alla quota sociale garantita. In ultimo ricordano che altri Comuni, che come quello di Civitavecchia non avevano applicato la normativa regionale, sono stati già condannati in sede giudiziaria.