Anche il mondo dell’associazionismo si attiva per esternare la propria contrarietà al progetto della mega-discarica ad Allumiere. È il caso di Dario di Bordo, che attraverso il presidente Marco Setaccioli sottolinea il grave rischio che corre la politica turistica del territorio. Leggi la lettera.
“Abbiamo appreso dalla stampa nazionale che il Governo ed il Comune di Roma avrebbero siglato un protocollo d’intesa in base al quale dovrebbe essere realizzata una vera e propria “città dei rifiuti” nel territorio di Allumiere, ove trattare e smaltire la spazzatura della capitale.
Come Associazione che ha a cuore lo sviluppo turistico del territorio, riteniamo che una simile scelta, qualora queste indiscrezioni fossero confermate, significherebbe mettere una pietra tombale sulle politiche e in generale sulle ambizioni turistiche di un intero territorio, che in questo modo si trasformerebbe irrimediabilmente ed inequivocabilmente nella pattumiera del Lazio.
Pur non volendo entrare nel merito politico della liceità e dell’opportunità di scelte così impattanti, fatte senza coinvolgere il territorio, non possiamo esimerci dal focalizzare l’attenzione sul grande patrimonio ambientale, turistico e produttivo-artigianale che si rischia di compromettere definitivamente. La nostra preoccupazione è in primis per le numerose imprese agricole, che rendono il nostro territorio uno dei più ricchi ed interessanti dal punto di vista della produzione enogastronomica, le quali, in conseguenza delle emissioni di un inceneritore, oggi elegantemente definito “termovalorizzatore”, rischierebbero di chiudere letteralmente i battenti, facendo così mancare importanti elementi di tipicità della nostra area e comportando l’ulteriore appesantimento della già grave situazione occupazionale.
Riteniamo inoltre che debba essere considerato il doppio impatto che il trasporto dei rifiuti, il quale per ovvi motivi verrebbe effettuato su gomma, comporterebbe sia per l’ambiente (centinaia di mezzi che quotidianamente dovrebbero percorrere il tragitto tra Roma ed Allumiere), sia in termini di sicurezza stradale, vista la palese inadeguatezza della rete viaria.
Il risultato sarebbe quindi quello di compromettere definitivamente l’intero comprensorio dal punto di vista ambientale e di radere al suolo molte delle imprese capaci di fornire una attrattiva turistica, trasformando il nostro territorio in un “buco nero” che finirebbe per inghiottire le ambizioni di sviluppo turistico di Civitavecchia e di una buona parte della Tuscia.
Ciò premesso, il nostro auspicio è quindi che tutte le istituzioni che vantano una competenza sul nostro territorio boccino una simile proposta, la cui approvazione al contrario costituirebbe un precedente preoccupante per altre situazioni simili in tutta Italia”.
Marco Setaccioli
Presidente Diario di Bordo