Il sub lotto b1 della discarica di Fosso del Prete andrà in esaurimento il prossimo 10 giugno, giorno più giorno meno, e non alla fine del mese, come era stato stimato all’avvio dell’esercizio della vasca di emergenza. A determinare il restringimento dei tempi, estremamente significativo per la situazione in cui si trova la discarica comunale, è stato il fatto che da circa due settimane anche la Seaport, l’impresa che si occupa della raccolta dei rifiuti prodotti all’interno del porto, scarica a Fosso del Prete. Un sensibile cambiamento rispetto a quanto era stato disposto dall’ordinanza numero 34 del 28 aprile scorso, con la quale si autorizzava l’esercizio dei circa 6.834 metri cubi del sub lotto B1 per i rifiuti solidi urbani dei comuni di Civitavecchia, Tolfa ed Allumiere, con esclusione, pertanto, di quelli provenienti dallo scalo marittimo cittadino. E la Seaport, infatti, ha continuato a smaltire presso la discarica di Cupinoro, fino a quando a Bracciano non hanno chiuso i cancelli, imponendo alla società di tornare a Fosso del Prete. Insomma, si prospettano giorni difficili per il commissario Di Caprio, alle prese con il primo grande problema ereditato dall’amministrazione uscente. Se il sub lotto b1 è agli sgoccioli, infatti, il dramma vero sta nella situazione nella successiva vasca da 20.000, che quasi non esiste nemmeno sulla carta. Era sempre l’ordinanza numero 34, infatti, che imponeva all’Ati formata da Etruria Servizi e dalla società T.M. l’obbligo di stendere il progetto dell’invaso da 20.000 metri cubi entro quindici giorni dall’entrata in esercizio del lotto b1. I tempi, però non sono stati rispettati. Il progetto è stato presentato il 20 maggio, il venerdì prima della caduta dell’ex sindaco De Sio che, infatti, tra i provvedimenti che avrebbe voluto portare in approvazione nella giunta del 23 maggio, dopo lo scioglimento del consiglio, aveva inserito anche quello relativo al progetto. Ma la giunta, come noto, non si poteva fare e il risultato è che nemmeno il progetto per la vasca d’emergenza è stato approvato. Ma non è tutto. Il commissario prefettizio, e con lui i vertici della Regione Lazio, dovranno riuscire a superare anche un altro scoglio, quello contenuto tanto nella delibera di giunta numero 80 del 2005 e nella successiva ordinanza sindacale, numero 185. Nei due provvedimenti che davano mandato per la realizzazione e la gestione ad Etruria Servizi, infatti, si cita una determinazione dell’Autorità per i Lavori Pubblici, in base alla quale quel mandato era da ritenersi unico ed irripetibile. Quindi impossibile un nuovo affidamento diretto ad Etruria, per la realizzazione di un invaso che costerà peraltro ben 700.000 euro. Probabilmente si dovrà andare alla gara che allungherà ulteriormente i tempi. E come se non bastasse a rendere più cupo il quadro ci si mette anche il fatto che, dopo Bracciano, sembra che anche Colleferro e Viterbo abbiano intenzione di tenere ben chiusi i cancelli delle loro discariche ai rifiuti di Civitavecchia e del suo comprensorio. L’unica speranza, forse, resta nella fine del commissariamento regionale, fissata per il 30 giugno.