Un impianto per il trattamento dei rifiuti speciali. Si affaccia a Civitavecchia questa nuova ipotesi e scatta subito l’allarme. È stata convocata dalla Città Metropolitana, per il prossimo 11 luglio, una conferenza dei servizi per l’autorizzazione per un impianto di messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi in località Monna Felicita, in zona industriale. Nello specifico il progetto prevede la realizzazione di tre aree di stoccaggio di balle di combustibile da rifiuti per un totale di 60.000 tonnellate all’anno, e una capacità massima giornaliera di 5000 tonnellate, destinate ad essere inviate verso inceneritori e cementifici in Italia e all’estero all’interno dell’Ue e dell’Ocse.
“Si tratta di un’iniziativa imprenditoriale semplicemente inaccettabile da parte della società Viamar Srl – spiega l’Assessore all’Ambiente Alessandro Manuedda – che, evidentemente, vorrebbe trasformare in ordinaria una modalità di gestione dei rifiuti e dei combustibili derivati che, al contrario, è propria delle condizioni emergenziali”. Vista l’importanza dell’argomento, Palazzo del Pincio si è subito messo in contatto con l’amministrazione comunale di Roma per sapere se la sindaca Raggi e la Giunta fossero a conoscenza del progetto presentato a Civitavecchia. Stando all’assessore si tratta di un’iniziativa slegata da qualsiasi tipo di programmazione in materia di rifiuti sia a livello regionale che di Città Metropolitana e quindi si è detto fiducioso che il progetto possa essere prontamente respinto in sede di conferenza dei servizi, nella quale interverranno i competenti uffici della Regione, della Città Metropolitana e del Comune. “È stato anche escluso – continua Manuedda – qualsiasi rapporto con i trasporti di Cdr che stanno pervenendo al porto di Civitavecchia in queste settimane. Sono stati disposti dal Commissario nominato dal Prefetto Basilone per la gestione straordinaria del Consorzio Colari e della Società Giovi srl, titolari degli impianti TMB di Malagrotta, e che riguardano un quantitativo limitato di CDR accumulatosi presso gli impianti della due società raggiunte da interdittiva antimafia”. Manuedda afferma infine che Civitavecchia non è disponibile a diventare la piattaforma del Mediterraneo per il commercio del combustibile da rifiuti e che anzi sia impensabile che ci possano essere in Italia aree dedicate a questo tipo di attività.