Il comune di Civitavecchia non si recherà in visita al centro di riciclo di Vedelago. La notizia è stata comunicata ieri pomeriggio dal consigliere del Prc, Roberto Bonomi, nel corso del dibattito – molto partecipato – organizzato dal comitato cittadino per il sì alla raccolta differenziata e del quale è stata ospite d'onore proprio la dottoressa Carla Poli, titolare del centro Vedelago. Come noto le opposizioni consiliari, dopo la visita dell'amministrazione comunale all'impianto Arrow Bio di Tel Aviv, avevano chiesto che un'analoga delegazione si recasse in visita al centro Vedelago, al fine di effettuare una comparazione, anche economica, delle due tecnologie, in modo che il Comune potesse scegliere la più vantaggiosa.
Ma la comparazione non si farà perché il sindaco Moscherini, intervenuto ieri in Commissione Ambiente, si è espresso negativamente e la stessa commissione ha bocciato la proposta del centro-sinistra. Ma su che cosa si fonda il centro Vedelago? Punto di partenza è una raccolta differenziata spinta. I materiali differenziati trattati dal centro portano a un recupero prossimo al 100%. Tutto si recupera, tutto si vende, in discarica non ci va praticamente nulla, e i comuni risparmiano. Risultato: la tariffa di igiene ambientale nei comuni consorziati si è dimezzata e presto scenderà ancora. Già esportato a Colleferro presto si costruirà un analogo impianto in Sardegna dove "il centro di recupero sostituirà il terzo inceneritore che era stato programmato", ha detto la Poli. Ma allora, se è così conveniente, perché Civitavecchia non prende in considerazione questa possibilità? "La componente veramente importante – spiegava la Poli ieri – è la volontà politica di avviare questa pratica di trattamento dei materiali".
Già, la volontà politica che a Civitavecchia sembra ormai marciare speditamente verso la tecnologia Arrow Bio. Va detto intanto che le scelte del primo cittadino non stanno riscuotendo particolare interesse tra gli altri comuni del comprensorio. Sempre ieri l'assessore all'Ambiente del comune di Allumiere, Enrica Artebani, ha dichiarato che il paese ha respinto la richiesta di un incontro la prossima settimana con il comune di Civitavecchia sull'Arrow Bio, proprio perché Allumiere ha avviato la raccolta differenziata porta a porta e, quindi, sta marciando in un'altra direzione. Non solo. La tecnologia Arrow Bio presenta problemi di esportazione sul piano normativo che appaiono del tutto insormontabili. È quanto ha spiegato sempre ieri il dottor Fabio Musmeci, ricercatore Enea e ex coordinatore dell'Osservatorio Provinciale sui rifiuti. "Intanto bisogna chiarire l'equivoco – ha dichiarato – in base al quale questa tecnologia produrrebbe molta differenziazione. Sembra così semplicemente perché trattando l'indifferenziato si produce compost. Ma qui c'è il primo problema: questo compost non è di qualità, non corrisponde alle nostre normative e non può essere impiegato nell'agricoltura. Stesso dicasi per la plastica recuperata: si tratta di un materiale ‘sporco' che probabilmente il Conai non accetterebbe di comprare". Insomma, ammesso che si facesse l'impianto i suoi prodotti non servirebbero a nulla.