“Cari amici di Civitavecchia, vogliamo ribadire il nostro impegno verso la comunità e il nostro investimento in località Mattonara”. Inizia così una lunga lettera della Royalton, anche questa inviata dagli Stati Uniti, da William Gassen, nella quale si sottolinea come, purtroppo, le procedure di una concessione demaniale non sono semplici come affittare una casa al mare e tanti sono gli enti e le istituzioni interessate, non ultima, adesso, la Procura della Repubblica. Ma Royalton ribadisce che neanche per un attimo diminuisce l’onere sociale e finanziario che la debacle di Privilege Yard ha posto sugli ex lavoratori e sui cittadini di Civitavecchia, una situazione terribile per la quale la società maltese avrebbe voluto trovare una soluzione quanto prima.
“Il progetto ex Privilege – spiegano i nuovi proprietari di scafo e capannoni – è stato per noi un’impresa costosa, visto che dall’ottobre 2017 abbiamo oltre 20 milioni di euro chiusi in un cantiere su cui non possiamo agire”. Sottolineano che se avessero investito quella somma nella borsa statunitense, il Dow Jones, gli avrebbe già portato profitti per oltre sei milioni di euro, in pratica quanto è costato l’intero cantiere. “Tuttavia – prosegue la lettera – insistiamo sull’importanza di questo progetto, per noi e per la gente di Civitavecchia, riconoscendo l’onore e la dignità della forza lavoro ex-Privilege e comprendendo che uomini e donne leali vogliono solo lavorare e provvedere alle loro famiglie. Ed è grazie al loro talento, alla loro esperienza e alla loro abilità artigianale che siamo determinati a rimanere e completare la P430 alla Mattonara”. Quindi, Gassen, che si firma come responsabile operativo del progetto, conferma che in primo luogo la società che rappresenta vuole fornire posti di lavoro, ribadendo che, nel peggiore dei casi, se dovessero essere costretti ad abbandonare il cantiere navale in seguito al ribaltamento della vendita, istituirà un fondo specifico destinato ai lavoratori. “Quindi – spiega ulteriormente – se la concessione parte, tutti andranno a lavorare e lo stesso accadrà anche se la concessione non dovesse partire e Royalton dovrà comunque spostare da Civitavecchia lo scafo che è di sua proprietà per completarne altrove la costruzione”. Nella peggiore delle ipotesi, ovvero nel caso non arrivasse la concessione demaniale e l’asta fallimentare venisse annullata con la restituzione alla Royalton di 6 milioni e mezzo di euro, la società maltese istituirà comunque un fondo di 1 milione e mezzo di euro da destinare agli ex lavoratori. “Vogliamo che questo progetto vada avanti – riprende Gassen – perché abbiamo grande fiducia e grande stima per i nostri rappresentanti che ci guidano in questa materia e abbiamo grande rispetto per il curatore fallimentare e per i vertici dell’Autorità Portuale e comprendiamo che ciascuno ha le proprie regole e linee guida da seguire”. “Crediamo che tutti, nel loro cuore – prosegue il dirigente della Royalton – vogliano che il progetto vada avanti. Tutti, tranne forse il Mister X, che ci tiene tutti qui in ostaggio, fino a quando il pubblico ministero non avrà completato il suo lavoro. Infine, ci auguriamo che tutti voi siate pazienti con noi mentre ci difendiamo dalle false e calunniose affermazioni del misterioso personaggio”.