E due. Nell’arco di pochissimi giorni i documenti relativi ad uno dei progetti sui quali la città contava maggiormente in funzione di un possibile beneficio di carattere economico e occupazionale finiscono sulla scrivania di un Magistrato. A quasi due settimane dall’esplosione dell’inchiesta sul porto storico, con tanto di indagati e sequestro di documentazione, la Procura della Repubblica è stata chiamata a valutare se è tutto regolare negli assetti societari della Royalton.
Si tratta della società maltese che in due distinte aste fallimentari ha acquisito, con un investimento complessivo di circa 20 milioni di euro, il cosiddetto “pacchetto ex Privilege”, ovvero lo scafo P430 in costruzione e i magazzini della Mattonara. A chiedere l’intervento della Procura è stato direttamente il Presidente dell’Autorità Portuale, Francesco Maria di Majo, alla luce di quanto sostenuto dal fantomatico “Mister X” che nei giorni scorsi si è recato a Molo Vespucci e ha fatto bloccare l’iter riguardante la sottoscrizione della concessione demaniale alla Royalton, prevista proprio per oggi. Al momento non è dato a sapere se il personaggio in questione, oltre a dare l’allarme su presunte situazioni anomale che possono riguardare la società maltese, ha prodotto anche una documentazione credibile a corredo alle sue tesi. La speranza è che tutto possa concludersi nel più breve tempo possibile, come peraltro auspicato proprio ieri dalla Fiom Cgil, il sindacato dei metalmeccanici che, ovviamente, sperava di poter ricollocare un bel gruppo di lavoratori nel cantiere della Mattonara i cui battenti sarebbero stati riaperti nei primi giorni del nuovo anno, ovvero nell’arco di qualche settimana. Adesso le strade sono due: o le argomentazioni di “Mister X” risultano prive di aspetti penali (e a quel punto a rischiare dal punto di vista giudiziario potrebbe essere lo stesso personaggio) e quindi tutta la procedura riparte e potrebbe concludersi in tempi brevi, oppure queste trovano conferma e allora per l’ex Privilege si riparte daccapo. Bisognerebbe infatti verificare se l’asta fallimentare può essere o meno invalidata ed, eventualmente, farne ripartire una nuova dopo aver restituito alla Royalton le somme già anticipate davanti al notaio. Insomma, per l’eventuale riapertura del cantiere, o di qualcosa che possa prenderne il posto, bisognerebbe aspettare ancora, almeno due/tre anni. Niente male, per una città che sta soffrendo una delle crisi economiche e occupazionali più devastanti dal dopoguerra.