Non piace all’associazione Anchise, che raccoglie i parenti e i degenti delle case di riposo, delle residenza sanitarie assistenziali e delle residenze sanitarie per disabili il decreto che consente ai congiunti di tornare a far visita ai familiari ospitati nelle diverse strutture sanitarie. L’associazione nazionale, presieduta dal civitavecchiese Antonio Burattini, esprime anzitutto vivo rammarico per il ritardo con cui il Ministero della Sanità è intervenuto e serie perplessità sulle modalità concrete della riapertura.
Parla infatti di proteste che arrivano da centinaia di privati cittadini, che non vedono i familiari da 15 mesi, i quali lamentano l’assoluta discrezionalità che continua ad essere attribuita ai Direttori Sanitari su come, quando e se consentire le visite e del costo che i parenti non ancora vaccinati dovranno sostenere per poter effettuare il tampone molecolare nelle ore precedenti la visita. Secondo l’associazione, in questo modo si viene a creare un’odiosa discriminazione in relazione alle disponibilità economiche individuali ed è vergognoso che non si sia pensato a questo, dotando le Asl o le stesse strutture di quantitativi di tamponi e test necessari e sufficienti a garantire l’espletamento di una necessità primaria, vitale e chiaramente non più procrastinabile, quale il ricongiungimento parentale. C’è poi il rischio, secondo Burattini, che dovendo le visite svolgersi in spazi dedicati e adeguati, con impiego di personale ad hoc con funzione di vigilanza, poiché il dicastero della Sanità e il governo non hanno previsto aiuti di nessun tipo alle strutture, che le visite saranno ancora una volta crudelmente centellinate per mere esigenze organizzative e ciò grave nocumento in particolare di quanti, affetti da demenza o Alzheimer, non potranno di fatto apprezzare la presenza dei loro cari. L’ordinanza, secondo l’associazione, non dice nulla quanto alle numerosissime strutture private non convenzionate diffuse sul territorio, che restano terra di nessuno anche in costanza di pandemia. “Ci rendiamo conto in queste ore – conclude l’associazione Anchise – che la guardia va tenuta ancora molto alta, perché non ci pare di avere raggiunto gli obiettivi sperati e siamo consapevoli che ne fanno le spese ancora e sempre i più deboli”.