Ha rubato un souvenir del valore di 2,50 euro mentre si trovava in vacanza con la scuola in una città gemellata, in Olanda. Autore del gesto, un ragazzo della scuola media Corrado Melone di Ladispoli. A scoprirlo è stata la commessa del negozio che stava per chiamare le forze dell’ordine. Per fortuna per lui a fare da intermediaria, evitando che la situazione si complicasse, è stata la docente olandese. Ma, di ritorno in Italia, per il ragazzo ora si prospetta la “punizione” da parte della scuola per aver infangato il suo nome, quello della città di Ladispoli e dell’Italia in generale: niente ammissione all’esame di terza media con conseguente ripetizione dell’anno. A dirlo, in una lunga lettera inviata al preside della scuola olandese, è stato il dirigente scolastico della Corrado Melone, Riccardo Agresti: “Chiedo umilmente scusa come preside della scuola (a nome mio e di tutti gli insegnanti) e come cittadino italiano (a nome di tutti i genitori) per l’azione inqualificabile commessa dal nostro allievo”. Un’azione “che getta in cattiva luce la scuola che sono onorato di dirigere, sugli ottimi insegnanti che vi lavorano, sulla città dove viviamo e sulla nostra amata nazione”.
Nella sua lunga lettere di scuse, il dirigente scolastico assicura che in futuro la scuola effettuerà dei controlli più serrati sulle “famiglie che intendano partecipare ai gemellaggi, famiglie – ha scritto – per le quali ho personalmente garantito affidabilità, la mentalità aperta, la sicurezza, la fiducia, la bontà, la generosità”.
Per quanto riguarda il ragazzo, è stato convocato per i prossimi giorni il consiglio di classe e successivamente il consiglio di istituto. A entrambi Agresti chiederà di estromettere il ragazzo dall’esame di terza media. Per il dirigente scolastico, infatti, bisogna insegnare ai ragazzi a non oltrepassare il limite. Limite che in questo caso è stato invece ampiamente superato.
2 Comments
Genitore
È questa la scuola che vogliamo?
Leggendo l’ennesimo comunicato del preside della Corrado Melone, Riccardo Agresti, lmi sono sorti molti interrogativi: nelle altre scuole italiane non succede mai niente oppure non pubblicizzano ogni provvedimento disciplinare che adottano?
A cosa è servito esporre al “pubblico ludibrio” un ragazzo difficile (mancava solo il nome ma è girato velocemente all’esterno della scuola) che ha commesso sì uno sbaglio ma incolparlo di contribuire a infangare l’immagine dell’Italia al pari della mafia e degli stereotipi dell’italiano poco di buono è a dir poco grottesco se non da querela.
Poi mi sono tornate in mente le continue esternazioni a cui il dirigente scolastico ci ha abituato (ha persino sospeso un bambino di tre anni, basta fare una ricerca su internet) e ho trovato una prima risposta: la sua smania di protagonismo è irrefrenabile e incontrollabile, ha scambiato il suo “ruolo di educatore” con quello di fustigatore dei costumi, vive in funzione della sua visibilità mediatica.
Il gesto del ragazzo, ovviamente sbagliato è da sanzionare ma ricordo che solo pochi mesi lo stesso preside minimizzava la denuncia e l’allontamento da parte della magistratura di un docente indiziato per molestie giustificando le sue attenzioni verso le adolescenti con termini come “semplici toccatine” e “nuovi metodi di insegnamento”!
Il ragazzo invece no! Per aver rubato un souvenir da 2 euro è stato condannato a perdere, senza appello, l’anno scolastico.
Un ragazzo di quattordici anni (tra l’altro a quel che si dice fuori scuola, vive una situazione particolare, affidato agli anziani nonni) può sbagliare ma gli insegnanti in quel frangente dove erano?
La scuola e in particolare il preside, oltre a spammare su Facebook e su tutte le testate giornalistiche il comunicato, cosa hanno fatto per fargli capire che il suo comportamento non è stato corretto? Lo stiamo aiutando in questo modo?
Forse una sospensione e degli incontri, presenti i genitori o i nonni che ne fanno le veci, non sarebbero stati più utili per la sua crescita personale? La storia non poteva rimanere nell’ambito scolastico? Persino in carcere i valori della riservatezza, della rieducazione e della crescita personale sono tenuti in maggiore considerazione.
No, non è questa la scuola pubblica che immagino, assomiglia piuttosto a un collegio del dopoguerra dove si arrivava a sanzionare i ragazzi anche con punizioni corporali.
L’inclusione scolastica e la formazione passano da “azioni educative” che hanno come obiettivo la crescita personale invece a Ladispoli c’è un dirigente che si vanta di usare la punizione e la “fustigazione pubblica” per i ragazzi delle medie come mezzo di correzione, una dirigente che punisce, che manifesta la sua forza, che usa mezzi come l’allontanamento e la punizione senza appello.
Io immagino una scuola pubblica come un luogo che sa accogliere, che di fronte allo sbaglio di quel ragazzo si ferma, dialoga con lui, lo corregge, lo mette nelle condizioni di capire per farlo diventare consapevole, per dargli coscienza del suo essere, se il castigo sarà stato dato in questo senso otterrà sempre come risultato che il ragazzo saprà un po’ meglio cosa è bene e cosa è male, sarà diventato un po’ più cosciente. E questo è l’obiettivo che la scuola pubblica e i suoi dirigenti non dovrebbero mai perdere di vista.
Un genitore
Nicola65
I termini senso civico e rispetto delle regole contano ancora qualcosa ?Lo pseudo buonismo imperante del …facciamo finta di nulla,tanto e`solo una marachella…che da qualche decennio ammanta la nostra societa’ e` a mio modesto parere una delle cause del degrado morale e di costume nel quale siamo precipitati,dove si tende a trovare una giustificazione a qualsiasi condotta pur di non affrontare le proprie responsabilita’.Il giovane di oggi sara’ l’adulto del domani,non ci lamentiamo poi se quell’adulto magari ricoprendo un incarico istituzionale non fosse un modello di trasparenza ed onesta’perche per il buonismo di cui sopra sara’ cresciuto con la presunzione dell’impunita’.Sono spiacente se come ho letto il ragazzo vive un disagio familiare ma cio’ non lo esime dal rispetto delle regole;se io a suo tempo avessi fatto una cosa del genere ,dopo la sanzione scolastica mio Padre, che riposi in Pace, come resto mi avrebbe fatto cadere i denti a ceffoni e poi mi avrebbe spedito sulla luna a calci nel didietro.Grazie a Dio nell’ eta’dell’apprendimento la Maestra delle elementari,che ringraziero’ sempre ed il mio defunto genitore mi fecero comprendere inequivocabilmente i termini senso civico e rispetto delle regole.Ho 53 anni ed i denti che mi mancano me li ha tolti il dentista , per quanto riguarda la luna l’ho sempre guardata col binocolo ed i piedi ben piantati a terra…