“La società Archeodromo, inizialmente finanziata dal Comune di S. Marinella e successivamente dalla Regione Lazio, ha negli anni curato e valorizzato non solo il monumento medioevale ma anche il sito archeologico etrusco e romano, allestendo l’importante museo ed i laboratori didattici. Grazie alla dedizione di questi operatori, molti preziosi reperti sono stati riportati alla luce e la ricerca ancora in corso promette nuove importanti scoperte. Purtroppo la Regione Lazio ha non solo tagliato i finanziamenti alla società Archeodromo, i cui membri hanno, gratuitamente, continuato a prestare la loro opera per la valorizzazione del bene, ma ha pensato bene di “cartolarizzare” il Castello e tutto il suo borgo per appianare l’enorme voragine apertasi con al sanità. L’interno del Castello è stato “affidato” (non si sa in che termini) ad un privato per scopi ricettivi e commerciali (ristorazione, sala conferenza, posti letto). I lavori di ristrutturazione, per adattare il sito al nuovo uso, iniziati nel 2007 sono ora giunti al termine. Da allora l’ingresso ai cortili interni del castello è precluso e nessuno sa esattamente che cosa sia avvenuto dietro i cancelli. Enei non ha escluso che una attività ricettiva possa essere avviata, ma solo se coordinata con le altra attività culturali. Non solo museo e visite guidate richiamano pubblico e turisti ma costituiscono una significativa fonte di reddito, oltre a mantenere l’identità del luogo. Il museo, i laboratori e le visite, limitate a quel poco che il cantiere non ha sottratto alle pubblico hanno, da soli, consentito non solo le attività di recupero e restauro ma anche il pagamento dello stipendio a quattro dei cinque addetti. Se immaginassimo il sito completamente visitabile, torre saracena compresa, si potrebbero moltiplicare le entrate e valorizzare il monumento. Bacheca ha dichiarato inaccettabile che sulle sorti del Castello di S. Severa si possa decidere senza consultare o coinvolgere le istituzioni di S. Marinella. Bacheca non ha fatto mistero su come la Presidente della Regione Lazio Polverini si sia resa indisponibile a riceverlo, ricordando come nel 2009, ai tempi della giunta Marrazzo, l’intero consiglio regionale (attuale maggioranza compresa) votò un ordine del giorno contrario all’ipotesi di privatizzazione del castello. Eppure i molti intervenuti hanno sottolineato come l’assenza della Regione Lazio alla manifestazione, malgrado invitata, non indichi affatto una volontà di confronto e collaborazione con Provincia e Comune. Gli interventi hanno sottolineato la trasversalità della mobilitazione per riaprire il castello e restituirlo alla fruizione dei cittadini, per difenderne la vocazione turistica ma anche storico-artistico e culturale e per trovare finanziamenti affinchè tutti gli operatori della società Archeodromo possano essere riassunti. Sono intervenuti anche rappresentati dei Comuni di Tarquinia, Ladispoli e Cerveteri sottolineando come questi municipi si trovino in un unico circuito storico-culturale ed archeologico che andrebbe valorizzato, potenziando le sinergie. Si è quindi costituito un comitato cittadino per la Difesa del castello come Bene Comune, a cui si può aderire come singolo o come associazione. E’ stato inoltre proposto dal consigliere Stefano Massera che una seduta di Consiglio Comunale venga tenuta all’interno delle mura e che venga votato un Ordine del Giorno che impegni le istituzioni comunali ed i suoi rappresentati al massimo sforzo contro l’esproprio del bene. L’associazione “La città del mare” ha aderito al comitato e appoggerà qualsiasi iniziativa volta a sostenere gli impegni presi da istituzioni e cittadinanza nella giornata di domenica, impreziosita dal coro del maestro Giovanni Cernicchiaro e dalla lettura di brani particolarmente significativi e toccanti dell’associazione “Le Voci”.”
Associazione “La Città del Mare”