“A fine giugno Legambiente ha attribuito Tre Vele Verdi a Santa Marinella inserendola tra i posti più belli del Lazio. Qualche giorno fa Goletta Verde (Legambiente) esce con un report di 24 prelievi fatti sulla costa Laziale dichiarando che il 32% è fuori legge. Stavolta l’elenco delle spiagge nere comincia proprio da Santa Marinella. La spiegazione? Una comunicazione insufficiente e poco trasparente insieme alla voglia di qualche testata di sparare il titolone”. Inizia così un intervento del presidente del consorzio dell’Osservatorio Ambientale, Pietro Tidei.
“Dichiarare che il 32% dei campioni sulla costa Laziale è fuorilegge significa, per qualsiasi lettore – riprende Tidei – che quasi la metà delle spiagge è fuorilegge. E le Vele verdi attribuite a inizio stagione che fine hanno fatto?
Solo il più attento dei lettori si accorgerà, dopo, che gli ultimi prelievi riguardavano i punti critici, quelli nei quali da sempre si annida l’inquinamento. In particolare per Santa Marinella si tratta di un fosso che arriva al mare all’altezza del km 64 della Aurelia. Un fosso attorno al quale vige, sempre , il divieto di balneazione a destra e a sinistra della foce, 400 m in tutto. Quattrocento metri proibiti su 24 chilometri di costa, ovvero l’1,6 per cento
Eppure ” “Per Goletta Verde è oltre i limiti di legge il 32% dei campioni di acque marine ” è il titolo riportato da uno dei principali quotidiani nazionali a cui fa eco un altro quotidiano “Da Santa Marinella ad Ardea, ecco le aree peggiori. Legambiente: Nella metà delle acque presenza di feci”. Ma parliamo sempre e solo dei 24 prelievi eseguiti nei punti critici. Uno di questi, la foce del torrente Marta è a Tarquinia risulta sempre inquinato. Anche lì c’è il divieto di balneazione da sempre. E il discorso è lo stesso che per Santa Marinella.
Va ricordato che la difesa dei cittadini in questo caso dei bagnanti spetta ai Comuni attraverso i divieto, non a Legambiente. E i Comuni di Tarquinia, Civitavecchia e Santa Marinella da tempo consorziati in un Osservatorio Ambientale offrono assistenza ai bagnanti, dallo scorso anno, persino con un APP sul telefonino che geo localizza l’utente e gli dice se in quel tratto di costa on quel momento è consentito fare il bagno, in base ai dati dell’ Arpa Lazio e agli eventuali divieto comunali, su ogni metro della costa.
Per concludere, le argomentazioni di Lega Ambiente che riguardano la necessità di intervenire in questi punti e più in generale i richiami alla crisi climatica e alle politiche dell’ambiente sono tutte molto interessanti e in grandissima parte condivisibili. Mi domando, è questo il risultato atteso dalle decine di volontari che dedicano il loro tempo ai prelievi, alle analisi, alla raccolta stessa dei dati? Ma soprattutto , è possibile stare dalla stessa parte senza doversi vergognare di una comunicazione che porta come risultati titoli solo “scandalistici” e danni alle stesse comunità che vorrebbe preservare?”.