CIVITAVECCHIA – Sulla vertenza dell’indotto Enel si registra l’intervento del consigliere comunale di Onda Popolare Patrizio Scilipoti che invita alla compattezza per lottare insieme per i diritti di Civitavecchia, dei suoi abitanti e di quanti vi operano a vario livello.
“L’unione fa la forza, la deve fare, mai come stavolta perché dal nostro modo di proporci ne va del futuro della città e dei suoi lavoratori. Salute e lavoro sono stati i capisaldi delle varie forze politiche in campagna elettorale e allora, l’appello è quello di scendere in campo, tutti insieme, scevri da colori e bandiere con in testa la sola idea di salvare la città e i posti occupazionali. L’Enel continua a non dare segnali, e quei pochi che ci giungono sono tutt’altro che rassicuranti. Un futuro per il colosso energetico che sembra sia già scritto, noncurante di una servitù che in ottanta anni ha compromesso l’intero territorio impedendo anche altre forme di sviluppo. Ora l’Enel guarda oltre quel carbone che ha seminato solo morte. Ma non chiarisce cosa vuole fare di quella centrale, noncurante e quasi disprezzante di un territorio che ha pagato a caro prezzo quell’insediamento industriale e che adesso sta lentamente, ma progressivamente, portando alla morte anche dell’occupazione. Aziende dell’indotto in crisi, qualcuna ha già chiuso, altre da tempo hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Ma adesso lo scenario è maledettamente più preoccupante. Si tratta dei nostri cittadini che giorno dopo giorno si vedono sfilare sotto il naso quel lavoro conquistato con il sudore perché d’improvviso a Enel non serve nulla, non serve più il carbone, non servono manutenzioni non servono i lavoratori. Una Politica questa che non ci appartiene e che contraria al nostro essere. Lo abbiamo anche gridato ai tavoli di questi giorni, ma qualcuno ancora fa “orecchie da mercante” non rispondendo al nostro grido di allarme. E allora ecco l’UNIONE che deve fare la forza.
In campagna elettorale i candidati tutti hanno sempre messo al primo posto salute e lavoro. E’ il momento di dimostrarlo. Semplicemente con i fatti. E allora chiediamo al sindaco Tedesco, che si è mostrato sensibile verso questo tema sottolineando la sua posizione intransigente quando si parla di lavoro. Chiediamo dunque al Sindaco e alla maggioranza comunale, di riunire tutte le Istituzioni, i rappresentanti sindacali e le organizzazioni datoriali, a raccogliere la voce forte dei nostri lavoratori, dell’intero popolo civitavecchiese che ha il sacrosanto diritto di pretendere da Enel risposte chiare alle nostre istanze. Insieme, tutti, possiamo cambiare il corso della storia, riscriverla per regalare un futuro decoroso a questa città e all’intero territorio. E’ ora che Civitavecchia si svegli, che faccia valere i propri diritti, quelli di una città e di un comprensorio che ha pagato sulla propria pelle scelte che hanno seminato solo morte, malattie e lasciato in patrimonio nulla. Inutile ora guardarsi alle spalle, perderemmo solo tempo. Il nostro lavoro e le nostre azioni devono essere impiegate per imporre a Enel la voce della città e dei suoi abitanti. Con proposte che nasceranno dal cuore della città. E l’Enel dovrà darci subito risposte, rassicurazioni, non solo sul fronte salute che è fondamentale, ma in questo momento anche e soprattutto dal punto di vista del lavoro. Se non ci svegliamo ora, il futuro è segnato e sarà la morte di una città schiavizzata e abbandonata. Noi non ci stiamo e lo grideremo fino alla fine, insieme a tutti i nostri cittadini. Ma dobbiamo gridare tutti quanti insieme, cinquantamila voci per far capire ad Enel che stavolta non si scherza. Non si può più scherzare su salute e lavoro. Se il lavoro viene a mancare, a cascata tutto il tessuto cittadino ne risentirà. Il commercio, solo per fare un piccolo ma esaustivo esempio, andrà velocemente a morire. Il motivo è semplice: a chi si venderanno i prodotti se la gente non ha lavoro e quindi possibilità e potere di acquisto? Lo sanno bene anche in maggioranza. Ecco perché dobbiamo agire tutti insieme, per rivendicare non certo i diritti di un singolo, ma quelli di una intera collettività che Enel sta portando all’esasperazione. Esasperazione che se non verrà placata da risposte esaustive e positive da parte di ENEL, dovrà portare inevitabilmente al blocco totale della città. Una serrata di tutti i lavoratori, commercianti e professionisti. Non è minaccia, è qualcosa di più. E’ il senso di dolore che tutti noi stiamo provando per essere stati finora spettatori di una contesa che è sempre passata sopra le nostre teste. Ma adesso basta. La dignità e l’orgoglio di Civitavecchia non hanno prezzo. Combattiamo insieme per i nostri diritti. Tutti quanti. Perché solo insieme possiamo far sentire il fiato sul collo a chi ha solo sfruttato questo territorio. Stavolta Enel non può voltare lo sguardo altrove perché si troverà a combattere contro l’intera città”.