“Solidarietà ai lavoratori che direttamente o indirettamente sono interessati ai processi di decarbonizzazione e graduale uscita dal fossile per la produzione di energia elettrica. Si tratta di una strada obbligata, dalla quale non si torna indietro, che deve però tenere in equilibrio le esigenze ambientali e della salute con il diritto al lavoro”. Ad affermarlo è il Partito Democratico, che si occupa dello sciopero avviato dai metalmeccanici.
“Ci sono numerose proposte in campo per affrontare la transizione energetica senza intollerabili sacrifici occupazionali – spiegano i democrat – a partire dalle proposte di Enel sulla logistica; alla ipotesi di realizzare un vero e proprio distretto energetico da rinnovabili, sino alla sempre più concreta messa a terra di un impianto eolico offshore e, ancora di più, alla realizzazione, per conseguenza, di un hub correlato per la componentistica; alle proposte di interventi di ambientalizzazione in ambito portuale.
Il punto che i lavoratori con il loro sciopero, con le manifestazioni annunciate e la espressione della loro preoccupazione, mettono in piena luce è la inadeguatezza, finora, di coloro ai quali è affidato, per competenza, il governo e la responsabilità di coordinare le iniziative. Non ci sono più alibi e non si può scaricare su altri la mancanza di decisioni. Dal punto di vista politico la destra governa il Paese, la Regione e il Comune. Debbono solo fare in fretta, senza attendere i tempi dettati da altri, e mettere attorno ad un tavolo Istituzioni, associazioni imprenditoriali e sindacali, come da noi più volte richiesto, per dare risposte vere, astenendosi da vaghe promesse utili solo a lucrare qualche consenso, in prossimità delle prossime elezioni, tanto europee che amministrative.
Il tempo non è una variabile indifferente. Ciò che sta accadendo e che accadrà era largamente prevedibile e noi da molto andiamo dicendo che la questione andava affrontata con determinazione e lungimiranza. Ad oggi purtroppo registriamo una totale assenza di concretezza. Non si è neppure pensato e sarebbe il caso di farlo, con urgenza, ad un serio piano di formazione per eventuali processi di mobilità, finalizzati alla garanzia del posto di lavoro.
In sostanza, riconfermiamo la nostra solidarietà ai lavoratori, e la nostra disponibilità, in tutte le sedi a favorire percorsi che garantiscano ogni singolo posto di lavoro. A chi ha le responsabilità di governo ci sentiamo di affermare: meno chiacchiere e più fatti”.