Sullo sciopero di domani dei dipendenti della centrale di Torre Valdaliga Nord interviene anche l’Usb Lavoro Privato. L’organizzazione sindacale spiega che per contrastare l’azienda elettrica, lo sciopero mira non solo a fermare gli impianti di produzione per 24 ore, bensì a sollecitare la dovuta attenzione da parte della città e delle istituzioni: per questo i lavoratori elettrici parteciperanno a due sit-in nella stessa giornata, il primo fino alle 10 davanti alla centrale e un altro a seguire sotto il Comune.
L’Usb lamenta che alle numerose dichiarazioni di sostegno successive alla proclamazione dello sciopero non sono seguite concrete iniziative da parte dei numerosi rappresentanti politici cittadini presenti nelle istituzioni, sia a livello comunale, che regionale e nazionale.
“Sorprende in particolare – scrive Usb Lavoro Privato – che a fronte dei 97 esuberi annunciati da Enel, di appalti sempre meno redditizi e di aziende aggrappate agli ammortizzatori sociali, e soprattutto nella prospettiva di una chiusura della centrale al 2025 confermata anche dall’attuale Governo, nessuna forza politica abbia sentito l’esigenza di chiedere almeno la convocazione dell’Osservatorio Permanente sui problemi del lavoro collegati alla centrale di Torrevaldaliga Nord. Uno specifico strumento di confronto che dovrebbe invece essere attivato con la massima celerità per mettere intorno a un tavolo i diversi soggetti coinvolti: Enel, in primo luogo, chiamata a chiarire il proprio impegno presente e futuro nel territorio, e quindi il Comune, le organizzazioni sindacali e quelle datoriali. Per questo USB ha chiesto ufficialmente l’attivazione dell’Osservatorio, suggerendo anzi di invitare ai lavori anche esponenti della Regione Lazio, dirigenti del MISE e, soprattutto, rappresentanti del Governo. Perché è il Governo nazionale, ovvero lo Stato ad aver deciso in passato di realizzare a Civitavecchia ben tre centrali elettriche, a prefigurare oggi la chiusura di Torrevaldaliga Nord e a possedere in ogni caso quota decisiva del pacchetto azionario di Enel. Tutti, i lavoratori per primi, sono ormai consapevoli della necessità di accelerare nella transizione verso una produzione elettrica sempre più sostenibile e meno dipendente dalle fonti fossili. Occorre però avere chiaro che un simile processo può essere fatto in molti modi, perché esiste un partito del carbone ma anche un partito del gas, perché meno Enel può anche significare più privato, e perché, da ultimo, c’è sicuramente chi vorrebbe chiudere Torrevaldaliga Nord anche senza garantire investimenti alternativi, nuovi posti di lavoro e compensazioni per il territorio. La transizione potrà essere vincente solo se condotta in modo democratico e partecipato, per l’affermazione di fondamentali interessi collettivi quali la tutela ambientale, il lavoro e lo sviluppo. Lavoriamo in questa prospettiva”.