Spettacolo di fine corso il prossimo 13 ottobre alle 21 al Teatro Traiano per gli allievi della scuola delle Arti diretta da Pino Quartullo. I neoattori debutteranno con gli “Amici di Matt”, storia tratta da un testo americano di Moises Kaufman che narra del brutale omicidio di Matthew Shepard, avvenuto a Laramie, nel Wyoming, nel 1998. Questo, quanto annunciato stamani dallo stesso Direttore della Scuola delle Arti e dal regista della rappresentazione Marcello Cotugno nel corso di una conferenza stampa svoltasi al Teatro Traiano. “Si tratta di una rappresentazione di teatro civile, sociale o documentario-teatrale, mediante cui parlare di diversità sessuale, di omofobia e di come realmente funzionano le cose, al di là delle forzature e dei filtraggi dei media”. Il cast, composto da 20 allievi, con la partecipazione di due attori esterni più “anziani” professionalmente, reciterà in un contesto scenografico scarno, dominato da uno schermo testimone, dove si alterneranno immagini e brevi commenti. In scena, solo alcuni tavoli, sedie, stand, come in una sala di prove, dove in una sorta di Far West del XXII secolo, appaiono sedie a dondolo, carrozzine, tronchi e, imperante, al centro, il luogo del delitto: uno steccato a croce. Sul palco, una parte dei ragazzi darà vita a balli e canti, interpretando le melodie di Chris Isaac e di Damien Rice, mentre un altro gruppo cercherà di spiegare, riferire e sentire cosa c’è dietro le apparenze e cosa accadde quella sera al Fireside Bar ed il perché sia successo. “La struttura originale del testo di Kaufman – ha spiegato Cotugno – così come le battute degli abitanti, sono state il punto di partenza per inserire un testo parallelo basato sulle esperienze maturate dalla compagnia teatrale della Scuola delle Arti. Poi ha avuto luogo, dopo prove ed improvvisazioni, nonché incontri chiarificatori sulla loro città, una sorta di viaggio iniziatico dove gli stessi, trasformandosi in intervistatori, sono approdati nel paese americano di Laramia per capire e chiarire le ragioni di un crimine orrendo ai danni di chi non è uguale agli altri”.