“Il problema dell’acqua a Civitavecchia ha radici profonde e questo è un dato noto, su cui è inutile esercitare qualsiasi tipo di speculazione politica. Ma questo non esime certo l’attuale amministrazione comunale dall’obbligo di garantire i servizi essenziali ai cittadini”. È quanto dichiara Lucia Bartolini di Sinistra Italiana.
“Il surreale bollettino di guerra che tale assessore Ceccarelli propina quotidianamente – afferma Bartolini – più che risolvere contribuisce esclusivamente ad aggiungere nervosismo al disagio. Ci siamo già pronunciati su questo argomento, invocando immediatamente una conferenza di servizi tra tutti i soggetti coinvolti, comune, regione, autorità portuale, Enel, ogni grande utente che grava sul bacino, autorità sanitarie e, non ultimo ancora, autorità giudiziarie nel caso si ravvisino azioni non legittime a monte dell’emergenza. Perché la ‘drastica riduzione della portata in ingresso da parte di Acea’ immaginiamo non possa avvenire per semplice comunicazione verbale, ma dovrà pur essere suffragata da atti e documenti che debbono necessariamente essere oggetto di valutazione nelle sedi deputate, appunto la conferenza di servizi di cui la città deve avere conto. Su che base l’assessore Ceccarelli effettua il razionamento? A chi viene razionata l’acqua? Solo ai cittadini? Le grandi utenze, porto, Enel, e chi altro ancora, in che modo sono interessati da questo piano di razionamento? È stata fatta un’analisi a monte della distribuzione e delle possibili riduzioni che garantiscano il minimo disagio ai cittadini? Oppure no? Ultimo, ma certo non ultimo, la gestione dell’emergenza. Come viene gestita l’emergenza? Autobotti? Convenzioni straordinarie con gli esercenti per la distribuzione gratuita di confezioni di acqua? O chi non si può permettere di pagare, oltre alla bolletta, anche l’acqua del supermercato, deve morire di sete e senza manco lavarsi? Se i soldi non ci sono, si trovino, perché l’emergenza va gestita, ed il fatto, tutto vero, che non lo sia stata nel passato, non esime dagli obblighi gli attuali amministratori: il sindaco è la massima autorità sanitaria della città e nell’assumersi la responsabilità di guidare l’amministrazione cittadina, si è assunto anche quello di tutela della salute pubblica. Inascoltati, ma noi la strada l’abbiamo tracciata: veda l’amministrazione quello che deve fare, sostituire l’assessore, aprire vertenze, denunciare, quello che più ritiene opportuno, ma questo incubo per Civitavecchia deve finire. Perché certo è che l’acqua è un bene essenziale e chi non la garantisce deve essere denunciato”.