Sempre più migranti e rispunta la De Carolis
Non solo uno sprar, sul modello di altre città italiane che un gruppo di rifiugiati e richiedenti asilo sparsi in diversi appartamenti all’interno della città. Nelle ultime ore è prepotentemente tornato alla ribalta il nome della ex caserma De Carolis come possibile “Cara”, ovvero centro accoglienza per richiedenti asilo. A mettere la struttura dismessa sulla Braccianese Claudia, che già sei anni fa aveva ospitato alcune centinaia di disperati, tra i possibili siti dove ospitare i migranti è stato lo stesso Ministero dell’Interno a fronte dell’ulteriore boom di arrivi in Sicilia e in alcuni porti del Meridione. Un esodo che non accenna a fermarsi e che anzi si è ulteriormente intensificato, visto che nei primi sei mesi di quest’anno sono stati quasi centomila le persone che hanno raggiunto l’Italia su imbarcazioni di fortuna partite dall’Africa settentrionale. Di qui, la decisione del Viminale di correre ai ripari mettendo in piedi un programma di emergenza. A rivelarlo è stato un articolo apparso su La Stampa di Torino, nel quale si legge che il Ministero dell’Interno è pronto ad un piano straordinario che prevede il ricorso a mini-tendopoli, caserme, scuole, fabbricati pubblici in disuso. Tra queste strutture sarebbe stato individuata la ex caserma De Carolis, oltre ad altri presidi militari che si trovano nel Nord-Est, in Piemonte e in Lombardia. Il quotidiano specifica che al momento si tratta solo di una strategia operativa d’urgenza, visto che non si è raggiunta la quota di 200 mila migranti che farebbe scattare il programma di emergenza, ma soprattutto perché si vogliono evitare conflitti inter istituzionali, tra Comuni, Regioni e Prefetture, e si vuole evitare di incendiare un’atmosfera già calda. Va ricordato che la De Carolis, dopo la visita dell’ex Prefetto Gabrielli avvenuta due anni fa era stata successivamente individuata come centro regionale da 298 posti per i richiedenti asilo in transito nel Lazio. Nonostante nel maggio scorso il consiglio comunale avesse bocciato l’ipotesi, sposando invece quella del progetto Sprar, la caserma è rimasta comunque nelle disponibilità del Governo che potrebbe utilizzarla in eventuali situazioni di emergenza.