“Una fumosa difesa d’ufficio”. Così Fabiana Attig etichetta la replica del presidente della Cpr, Maurizio Iacomelli, sulla vicenda Seport. Riguardo, invece, l’intervento del Pd, il coordinatore politico di Freedom accusa il segretario Patrizio De Felici di temporeggiare.
“L’intervento di Iacomelli, in piena difesa solo dei vertici Seport di cui lui è parte attiva – afferma Attig – francamente non convince. E non convince perché, da un esponente storico del porto nonché rappresentante della Cpr, una collegata della Cpc, ci saremmo aspettati francamente un ragionamento più alto, improntato con i fatti al futuro dell’azienda e soprattutto alla salvaguardia del posti di lavoro. Ed invece si cimenta in una fumosa difesa d’ufficio. Così come il segretario del Pd, minimizza la gravità della situazione e dichiara di vigilare non si sa bene su cosa. Non è Freedom che “urla” o fa “illazioni”, è il risultato fallimentare di tre anni di gestione Seport che parla. De Felici nel tentativo di glissare alle risposte poste sull’imbarazzante situazione creata dai cuginetti “comunisti”, attacca Freedom accusandolo di cinismo. Dichiara di non giocare sulla testa dei lavoratori e che il loro pesante intervento non si è visto né sentito per una questione di “stile”. Chissà se i lavoratori che oggi sono “illegittimamente in solidarietà” con una riduzione di stipendio, soltanto loro, del 33,33% lo debbono grazie all’intervento del Pd, e che la loro attenzione “orientata alla presentazione del nuovo piano industriale all’insegna di un vero rilancio aziendale” non nasconda ulteriori spiacevoli sorprese. La Seport non è appannaggio dei partiti di sinistra – continua il coordinatore politico di Freedom – è un’azienda della città patrimonio imprenditoriale che, a nostro avviso, va tutelato e protetto da chi sta perpetrando il vero sciacallaggio politico. Iacomelli e De Felici ancor prima di rispondere a Freedom, dovrebbero rispondere alla città facendo vedere questo presunto piano industriale di cui parlano, anziché tenerlo chiuso nel cassetto. Facciano capire con i numeri quanto la CPR azionista al 32% ed il resto del cda investono per rilanciare l’azienda, dicano quale pianificazione strategica l’azienda dovrebbe attuare per il mantenimento dei posti di lavoro o il rafforzamento dei propri servizi. Forse un giorno ci renderanno edotti del grande rilancio di cui parlano. Sperando che l’asso nella manica non sia quello deciso nel cda del 27 luglio 2010, in piena crisi aziendale, dove a Garcia veniva appiccicata un’ulteriore delega, retribuita, come “responsabile della gestione commerciale e tecnica”. Rispetto poi alla questione del sindacato e al presunto encomiabile lavoro svolto dalla triplice, consiglio di andare a rileggere gli accordi che Cgil, Csl e Uil avevano siglato. Se non fosse stato per l’entrata in scena dell’Ugl, di cui mi onoro di far parte, oggi 26 famiglie erano in mezzo ad una strada. Perché la dirigenza Seport, nonostante gli attacchi pubblici sul fatto che esisteva già un accordo sottoscritto con l’Ugl, molto più vantaggioso, non smentisce? Accordo ricordiamo misteriosamente scomparso e sostituito da quello, nefasto, siglato dalla triplice”.