"Rinnoviamo il partito, rinnoviamo la città". Questo il titolo di una lettere con cui sessanta persone, tra membri del direttivo, iscritti, simpatizzanti ed elettori del Pd, auspicano un suo cambiamento. Leggi la lettera.
Quando nel novembre scorso indicammo nel rinnovamento la via per il rilancio/organizzazione del Partito democratico non sbagliavamo. A distanza di poche settimane, questa necessità si è prepotentemente affermata sia in sede nazionale che locale. Ma dai vari livelli del partito continuano a non emergere indicazioni chiare e attendibili circa la realizzazione di questo rinnovamento.
Le esperienze maturate da novembre ad oggi, compreso l'improvviso cambio della segreteria nazionale, hanno confermato la validità del percorso indicato nel documento di novembre (trenta firmatari), percorso che passa attraverso alcuni capisaldi: ricorso massiccio alla società democratica, superamento dei contrasti tra ex Ds e ex Margherita, ricostruzione (in modo tangibile) della nobiltà della politica. Soltanto con questi elementi si potrà riaccendere l'entusiasmo del popolo delle primarie, bloccare il progressivo logoramento interno, recuperare il profondo scollamento che si è creato tra i vertici e la base (ma anche tra il Pd e le altre forze politiche del centrosinistra), e avviare una fase di concreto sviluppo del Partito democratico.
Le attuali strutture dirigenziali – anche in sede locale – non sembrano sufficientemente attrezzate per questo compito. Per una lunga serie di circostanze, appaiono avviluppate in una spirale di preoccupante autoreferenzialità, quasi unicamente preoccupate della ricerca, gestione e spartizione del potere. Di conseguenza, la loro forza di attrazione e coinvolgimento non può essere che circoscritta, mentre il partito ha bisogno di ben altro.
Al Partito democratico serve una grande spinta. Per ridargli slancio, per riaccendere gli entusiasmi e le speranze che ne hanno accompagnato la nascita, occorre dar corso al più presto al rinnovamento invocato da più parti e che non può essere solo di facciata. Non un rinnovamento deciso dai vertici, bensì un rinnovamento che maturi dal basso. Occorre quindi portare la società democratica dentro al Partito democratico; occorre ridefinire gli obiettivi dell'attività politica ponendone al centro la soluzione dei problemi collettivi e scalzando la mentalità che purtroppo l'ha ridotta a una mera ricerca di utilità. Occorre fare della discussione e del confronto (su tutti i temi) il terreno di cimento quotidiano. Occorre selezionare il personale politico rappresentativo non in base alla sintonia con questa o quella componente, ma per capacità e preparazione, e sulla base di una valutazione condivisa. Occorre ridare voce, valore e credibilità agli organi istituzionali del partito e vanno stabiliti rapporti corretti e trasparenti con le istituzioni e i livelli superiori del partito. Occorre preparare e formare coloro che in un prossimo futuro potrebbero essere chiamati a rappresentarlo. Occorre creare un'area nel Pd che vada oltre le distinzioni e i contrasti tra ex Ds ed ex Margherita e che abbia l'orgoglio di definirsi "del Partito Democratico" e basta.
Per realizzare questo grande rinnovamento occorre coraggio. E se da una parte coraggio e determinazione sono da sempre i pilastri dei grandi cambiamenti, dall'altra è la città che chiede un'azione coraggiosa.Da tempo Civitavecchia ha imboccato una china pericolosa. Anziché ragionare sui problemi, si è fatta conquistare da amore e odi, e si è lasciata trascinare sempre più in basso. Si è così ritrovata spaccata, incapace di affrontare i temi quotidiani, se non in termini preconcetti e di rivalità. Al senso della comunità si è sostituito quello dell'appartenenza acritica allo schieramento e le conseguenze sono state devastanti. I civitavecchiesi percepiscono benissimo la profondità della crisi: vedono i problemi che non si risolvono; vedono una città che non funziona e che non riesce a trovare ricette efficaci al calo dei livelli occupazionali. I civitavecchiesi assistono (sempre più distaccati e insofferenti) a una politica che non apprezzano, a una politica che ha attenzioni solo per gli amici, a una politica che li ha estromessi da tutti i centri politico-direzionali della città. Non approvano una maggioranza comunale profondamente divisa e senza idee, se non quella di inseguire interessi personali. Avvertono come impellente l'esigenza di riportare in alto il livello del confronto politico e amministrativo, di riconquistare un'identità sociale e culturale in grado di spezzare i circoli viziosi di certa politica, di individuare il "bene comune" per poi perseguirlo fino in fondo, e di riportare in città la sede di tutte le decisioni che la interessano, grandi o piccole che siano.
Il lavoro da fare è enorme e difficilissimo. La Società democratica intende far cimentare il Partito democratico con questa grande sfida. Per questo si rivolge ai giovani e agli anziani, agli uomini e alle donne che hanno creduto e si sono entusiasmati per l'idea partita circa due anni fa, ma poi arenatasi, affinché si uniscano a questo progetto.E' il momento di mettere da parte le delusioni, le irritazioni per gli errori o le cose non fatte. E' il momento di non accettare la deriva generale e di reagire. E' il momento di scegliere l'impegno.C'è un lungo cammino da compiere. Con coraggio e determinazione.
Sessanta firmatari (membri del direttivo, iscritti, simpatizzanti e elettori): Mauro Adamo, Angelo Arciprete, Annarita Bonomi, Franco Benacchi, Alessandra Boccalato, Liviana Bonomo, Assunta Cavallo, Simonetta Cellici, Claudio Cheche, Alessandro Colella, Maria Colombo, Tindara Cannavò, Andrea Coppola, Vittoria Copponi, Mara Cozzolino, Giovanni Crescentini, Domenico Curella, Mauro D'Andria, Leda De Fazi, Rita Di Barnaba, Rosa Di Blasio, Elio Di Felici, Maurizio Di Fraia, Maurizio Di Giovanni, Alessandra Di Stasi, Alessandro Fazari, Carmela Fisicaro, Roberta Galletta, Giorgio Gargiullo, Giuseppe Geraci, Guido Gori, Antonio Giammarco, Donatella Grassi, Ilario Luciani, Giovanna Maliandi, Pino Mallamace, Massimo Mantovani, Francesco Margioni, Francesco Mascolo, Mario Mascolo, Pietro Mesiano, Giovanna Mocci, Mario Mosciarelli, Nicola Muratore, Vincenzo Monaco, Alfio Pampinella, Liliana Peris, Vincenza Mulè, Antonio Navone, Dante Olivieri, Ivan Olivieri, Pasquale Romualdi, Giulio Rossi, Roberto Sanzolini, Barbara Sorgente, Pietro Tombolelli, Rosita Urbani, Marilena Vitelli, Vincenzo Toscano, Vito Vittori.