Non è ancora stata emessa la sentenza dal Tribunale del Riesame in merito alla vicenda nota come Sex House, anche se il verdetto era atteso lunedì scorso. Angelo Sepe, avvocato difensore del 55enne accusato di aver organizzato festini di sesso e droga insieme a coppie minorenni, aveva presentato intorno alla metà di marzo la richiesta al Tribunale della Libertà in seguito al rigetto dell’istanza della revoca della misura cautelare in carcere da parte del Tribunale di via dell’Immacolata.
Richiesta che conteneva le motivazioni per cui l’imputato poteva essere scarcerato e posto agli arresti domiciliari. Tra i motivi prevalenti, il fatto che l’imputato non avrebbe potuto inquinare le prove, in quanto dvd e cd erano nelle mani degli inquirenti già dal mese di gennaio. La risposta da parte del Riesame era prevista entro gli ultimi giorni del mese scorso, poi un primo slittamento, con la data della sentenza fissata il 4 aprile, ma ancora oggi non è giunta una risposta.
“Un ritardo – commenta Sepe – che non promette un responso favorevole. È probabile comunque che la risposta arrivi alla fine della prossima settimana, insieme alle motivazioni giustificanti l’accoglienza o il respingimento dell’istanza. Una volta impugnate e lette le motivazioni – conclude l’avvocato – ci regoleremo per considerare l’idea di fare ricorso in Cassazione”.