“In questi ultimi giorni sugli organi di stampa sono comparsi numerosi articoli (anche proteste) sul “caro spiagge” mettendo in evidenza i costi molto elevati che una famiglia affronta per trascorrere una vacanza o semplicemente di una giornata al mare in località non di lusso della costa laziale, un diritto inalienabile nonostante le difficoltà economiche di questi ultimi anni ed un progressivo impoverimento di tantissime famiglie”. Ad affermarlo è Sinistra Italiana, Roma Litorale Nord “Mahsa Amini”, che parla di una situazione a Ladispoli e Cerveteri che non si discosta molto dalla media nazionale.
“Le tariffe (pubbliche) che i gestori degli stabilimenti pagano per il canone demaniale – si legge nella nota – per l’anno 2023 viaggiano tra i €2700 fino a quasi 10mila euro. Questo vuol dire che, con circa 5 affitti mensili (circa € 1000 per un ombrellone e 2 sdraio), molti stabilimenti hanno già ampiamente ripagato le spese per il demanio. Abbiamo voluto approfondire l’argomento analizzando i prezzi medi affrontati dai turisti (per lo più provenienti da Roma).
La spesa giornaliera varia tra i 25 e 30€ per una famiglia di 3 persone (ombrellone e sdraio). Se aggiungiamo anche 20 € (caffè, acqua e un succo di frutta), 1 € per ogni doccia, un pasto che mediamente si aggira intorno ai 25 € a testa (senza consumare cibi particolarmente raffinati), abbiamo già superato i 150€. Dalle notizie di cronaca abbiamo, inoltre, appreso che per mangiare seduti a Ladispoli, in un bar o un alimentari, la spesa è di “almeno” 40€ a persona. Riportiamo anche la difficoltà a reperire i prezzi poiché alcuni esercenti non espongono neppure un listino: doversi avvicinare alla cassa per richiedere informazioni, lo riteniamo un comportamento scorretto da parte dei gestori.
L’assurdità di queste tariffe ci danno un quadro ben preciso di tutto ciò che gravita attorno a queste attività (ritenendo, con un atto di fede, che tutto venga fatturato) e mette ancor più in evidenza gli scarsi servizi che la città offre: strade sporche e invase dalle erbacce, parcheggi inesistenti, mare sporco, piste ciclabili anonime e progettate senza razionalità, traffico, zone pedonali solo serali, scarse zone di ombra, nessuna spiaggia libera attrezzata.
Occorre superare la logica delle concessioni perenni e quantomeno rivedere le tariffe di affitto sulla base del giro d’affari. È necessario progettare e programmare nuove strategie turistiche, ampliare e rivedere l’offerta, finora misera, che offra ancora opportunità di avere spiagge libere con i servizi essenziali.
Riteniamo sia inammissibile che la gestione degli stabilimenti non rispetti nessuna norma sulla trasparenza. Riteniamo sia inammissibile, con gli affitti demaniali così bassi, offrire servizi basilari a tariffe esagerate. Riteniamo inoltre inammissibile che siano sempre le solite famiglie, legate alla politica, a poter gestire il demanio pubblico”.