Un sit di fronte all’entrata della sede della Asl Roma 4 di via Terme di Traiano per parlare di sicurezza sul lavoro. È quello che ha organizzato USB, con la partecipazione anche di Francesco Tuccino, responsabile nazionale sicurezza del sindacato, e di Unione Popolare. Si è parlato degli oltre mille morti sul lavoro che si registrano ogni anno, ma soprattutto delle possibili soluzioni, come il potenziamento del servizio ispettivo dell’azienda sanitaria e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, al centro anche di una proposta di legge presentata da USB insieme a Rete Iside.
“Dopo l’incidente mortale del povero Alberto Motta – spiega Roberto Bonomi – ci siamo chiesti cosa potevamo fare in questa città per riportare all’attenzione di tutti il tema della sicurezza del lavoro. È un tema con molte sfaccettature: oggi paghiamo la ricattabilità dei lavoratori che sui posti di lavoro non riescono a denunciare con sufficiente libertà le condizioni in cui si trovano e gli incidenti, che a volte non vengono denunciati. Qualunque iniziativa che si possa fare sul tema di sicurezza del lavoro deve avere al suo centro un’attività ispettiva che sia veramente efficace, efficiente e questo purtroppo in Italia non avviene, visto che gli ispettori Asl continuano a calare. Anche in questa Asl abbiamo un numero insufficiente di ispettori e abbiamo avuto una interlocuzione col dirigente che ci ha spiegato di avere a disposizione solamente quattro ispettori, per cui molte aziende hanno quasi la certezza di essere ispezionate una volta ogni 10 anni ogni 15 anni.
“Oggi – prosegue Tuccino – se si verifica un infortunio grave oppure mortale, non esiste un reato specifico che dice che chi non ha messo in atto delle misure di prevenzione per poter prevenire quell’evento è responsabile di un omicidio sul lavoro. Servono, quindi, delle misure che creano una sorta di deterrenza. Ecco perché noi abbiamo presentato una proposta di legge nella scorsa legislatura e adesso stiamo facendo una raccolta di firme per presentarla di nuovo. Il secondo punto è che noi ci stiamo scontrando con il fatto che gli organi di controllo, per carenze di risorse ma a volte anche per carenze di volontà, fanno pochi controlli, controlli che sono il punto chiave. Se gli organi di controllo avessero la possibilità di fare dei controlli più diffusi, mirati ma anche fatti bene è chiaro che questo sarebbe un altro elemento di deterrenza per i datori di lavoro”.
One Comment
giovanni
Il problema è che la sicurezza costa molto, da una decina di giorni di istruzione per i nuovi assunti al controllo giornaliero da parte di un incaricato a tempo pieno dello staus quo delle aree di lavoro.
Non parliamo degli indumenti da lavoro comprese scarpe.
Negli ultimi trenta anni per aggiudicarsi un lavoro si partecipa ad una gara con un valore base di partenza e chi ribassa di più si aggiudica l’appalto e se fai sconti del 30-40% la sicurezza è la prima a sparire o a ridursi drasticamente.
OK ai controlli della ASL ma sono controlli a campione e magari l’azienda viene avvisata per cui quel giorno le aree di lavoro saranno giardini.