“Non solo fumi delle centrali, anche i tubi di scappamento delle automobili a Civitavecchia hanno prodotto concentrazioni di inquinanti decisamente allarmanti”. Iniziava così l’unica indagine seria sull’inquinamento da traffico condotta a Civitavecchia nel corso degli ultimi 30 anni. Il rilevamento venne effettuato dal Treno Verde di Legambiente che dal 25 al 27 febbraio del 1991, parliamo di oltre venti anni fa, testò una serie di inquinanti solitamente non rilevati dalle normali centraline di controllo ambientale.
Il risultato fu stupefacente, visto che i tecnici di Legambiente paragonarono Civitavecchia a metropoli come Milano per quanto attiene la presenza degli idrocarburi policiclici aromatici. Basti pensare che allora la normativa fissava il limite massimo a 200 e in quei tre giorni il limite venne sforato con valori 8-10 volte superiori, arrivando addirittura a picchi di 3000. Gli idrocarburi policiclici aromatici sono niente altro che il prodotto della combustione di benzina e gasolio e sono stati classificati già dal 1987 come probabili o possibili cancerogeni per l’uomo. Tra questi, il benzopirene è stato classificato nel 2008 come sicuramente cancerogeno. Adesso, a distanza di oltre 20 anni, qual è la situazione degli idrocarburi a Civitavecchia. Le ricerche condotte negli ultimi anni, alcune di buon livello come l’indagine di Arpa Lazio pubblicata nel 2006, si sono soffermate in particolare sui biossidi di azoto, sulle polveri, sull’anidride solforosa e sul monossido di carbonio, agenti inquinanti tipici della emissione in atmosfera dei fumi delle centrali termoelettriche. Ma com’è la situazione per quanto attiene il traffico veicolare? E’ ancora quella del 1991, considerato che nel frattempo, dati della motorizzazione civile alla mano, il numero delle autovetture è complessivamente cresciuto del 13%. Oppure, magari è diminuito a fronte degli accorgimenti introdotti da quasi tutte le case automobilistiche? E ancora, quanto incide la numerosissima presenza di scooter e ciclomotori? Una serie di interrogativi, in funzione della salute dei cittadini, che meriterebbero una risposta seria, considerando anche che a Civitavecchia non sono praticamente mai stati adottati seri provvedimenti per il contenimento del traffico veicolare.