L’affidamento del servizio dei trasporti pubblici all’apposita società costituita ad hoc è fuorilegge. La clamorosa denuncia arriva direttamente dalla segreteria dei Democratici di Sinistra che traccia il quadro normativo della materia, sottolineando le inosservanze relative all’affidamento del servizio. A parlare sono i tre esponenti della segreteria, Pietro Insolera, Ivan Magrì e David Stella che, in primo luogo, ribadiscono “lo sdegno e l’indignazione che ha suscitato l’azione tra le forze politiche e la popolazione, dal momento che è sorta dalle ceneri della passata giunta”. Detto questo passano in rassegna le leggi di riferimento: l’articolo 1 della legge numero 308 del 15 dicembre 2004, al comma 48 e due decreti legislativi, il numero 267 del 18 ottobre 2000 e il numero 422 del 19 novembre 1997.
In base a questi riferimenti “non è consentita la costituzione di società di capitali con la partecipazione di capitale pubblico, cui possa essere affidato direttamente il servizio di trasporto pubblico locale, come risulta dalla legge numero 308 del 2004 che rimanda al decreto legislativo 422 del 1997. Quest’ultima normativa ? scrivono ancora i tre diessini ? prescrive il ricorso obbligatorio alle procedure concorsuali per la scelta del gestore del servizio di trasporto pubblico che, pertanto, può essere affidato solamente attraverso una gara d’appalto e non mediante un affidamento diretto. Questo del resto – proseguono ? deriva dalla duplice necessità di superare gli assetti monopolistici con l’introduzione di regole di concorrenzialità da un lato e, dall’altro, di conformarsi alle norme comunitarie e nazionali relative agli appalti pubblici e di servizio”.
Ma non è ancora tutto. I tre esponenti della Quercia, evidenziando che la società non si trova nelle condizioni di operare, affermano che adesso il settore rischia la paralisi e che non potrà nemmeno procedere al trasferimento del personale dipendente dall’amministrazione comunale alla nuova società. “Alla luce di questa situazione ? concludono i tre diessini ? rivolgiamo un sentito appello al commissario prefettizio, al segretario generale del Comune, alla Provincia di Roma e alla Regione Lazio affinché intervengano nei modi e nei tempi delle loro competenze per arrivare allo scioglimento di una società che, seppure rimanendo inoperosa graverà ugualmente sul bilancio comunale”.