Continua il dibattito interno al Partito Democratico dopo lo scambio di accuse pesanti tra Stefano Giannini ed Enrico Leopardo. Con una lettera aperta al segretario Leopardo, Rosamaria Sorge, membro del direttivo ed esponente dell’Area Orlando che fa capo a Stefano Giannini, si sofferma su alcuni aspetti della questione Fondazione Cariciv.
“Caro segretario – scrive Sorge – non mi piacciono le polemiche, specie quando si discute di temi tanto importanti e delicati né voglio correre in soccorso di Stefano Giannini che si difende egregiamente da solo, ma ritengo come membro del direttivo, benché di minoranza e come aderente all’Area Orlando che io chiamo B per non scontentare chi sembra tenere tanto a questa distinzione, di dovere esprimere il mio pensiero sulla questione Fondazione. Tutte le iniziative del partito nei confronti della Fondazione sono rimaste solo buone intenzioni, delle quali, come sai, sono lastricate le vie dell’inferno. Lasciamo stare la magistratura, lasciamo stare il Mef, i compiti di un partito che si rispetti è guidare i processi, orientare i cittadini, con la massima libertà ed in piena autonomia. Ma davvero è indifferente che un Ente che tanto ha significato per la nostra città sia ridotto al lumicino? È indifferente che quest’anno riesca a distribuire 100.000 euro e, per di più, per progetti non superiori a 2.000 euro ciascuno? È indifferente che, dopo esercizi negli ultimi tre anni in costante e gravissima perdita, l’Ente continui a spendere somme enormi per il suo funzionamento? È indifferente che abbia subito una truffa da chi non avrebbe ingannato neppure la giustamente famosa casalinga di Voghera? È indifferente che non si conosca la reale sorte dei giornalisti di Mecenate Tv? Se come dici nel Cda c’è un’autorevole rappresentante del nostro partito, sia pure nominato dai soci, è davvero possibile che, cambiando la maglia, si dimentichi dei principi che ci guidano? Cosa impedisce all’amico Carluccio di dire: non so voi, ma io in questa situazione drammatica, rinuncio ai compensi? Caro Leopardo, io non sono una questurina. Rispetto il lavoro della magistratura. Il giudizio politico è quello che mi preme ed il mio è senza appello, perché non posso ignorare che amministratori incapaci abbiano determinato la crisi, spero proprio non irreversibile, della Fondazione. Il Mef, poi? Stendiamo un velo di pietoso silenzio. È investito delle non esaltanti vicende dell’Ente da quasi due anni ed ha fatto forse qualcosa? Non l’ha fatto neppure quando un altro autorevole rappresentante del Pd, Fabio Angeloni, ha spiegato a noi ed a tutti i cittadini che il nuovo, si fa per dire, presidente è stato eletto malgrado una volgare violazione delle norme statutarie. Questo ci interessa oppure dobbiamo aspettare che la magistratura ci dica che gli amministratori della Fondazione sono insofferenti alle regole?”.