Trasferire i diritti di uso civico dalle aree ormai irreversibilmente trasformate (perché edificate) in altre aree di valore ambientale (boschi, pascoli, coste) appartenenti al Comune di Civitavecchia. E’ la soluzione che il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, un’associazione ecologista nata a Cagliari nel giugno 1992 e che si è poi diramata in tutta Italia, prospetta quello che in città sta diventando uno dei problemi piu’ sentiti, anche alla luce delle recenti novità.
La soluzione l’ha prospettata, a nome dell’Associazione, il coordinatore del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus per il Lazio, Daniele Natili, già nel corso di un incontro informale tenutosi lo scorso 26 settembre fra il Commissario aggiunto per gli usi civici Pietro Catalani e il Sindaco Cozzolino, che era accompagnato dal Segretario generale Caterina Cordella, dal Consigliere Emanuele La Rosa e dal tecnico incaricato dal Comune Alessandro Alebardi.
Per il GRiG, la soluzione è stata adottata a Rocca di Papa, dove i diritti di uso civico già esistenti su 1.822 metri quadri di terreno destinato alla realizzazione di “ponte radio finalizzato esclusivamente alle comunicazioni di servizio per le squadre di pronto intervento idrico e per il telecontrollo degli acquedotti di Roma e degli impianti di sicurezza” sono stati trasferiti su un’area boscata estesa 16.790 metri quadri di proprietà comunale, verificandosi “un vantaggio per la collettività in quanto l’area di bosco ceduo, su cui vengono traslate le servitù civiche di legnatico, è di maggiore consistenza e valore e andrà a sommarsi all’esistente demanio civico ad essa contiguo assicurandone la continuità”. L’istituto della permuta dei terreni e del trasferimento dei diritti d’uso civico – prosegue l’associazione – non è esplicitamente previsto dalla normativa regionale laziale, ma appare comunque applicabile in base al favor della legge n. 1766/1927 e successive modifiche e integrazioni per le soluzioni conciliative. La Regione Lazio dovrebbe venire incontro alle esigenze della tutela dei diritti di uso civico e degli interessi dei tanti incolpevoli acquirenti con la previsione di una specifica disposizione normativa, modellata, per esempio, sull’articolo 18 ter della legge regionale Sardegna n. 12/1994, consentendo così la soluzione per tante situazioni difficili. Per esempio, a Macomer è stato così salvato un quartiere edificato da decine di anni trasferendo i diritti di uso civico sui boschi e pascoli di Scalarba, a Desulo il demanio civico è raddoppiato con un’analoga operazione, salvaguardando boschi e pascoli del Gennargentu. Non si comprendono le allarmistiche considerazioni di alcuni amministratori comunali, mentre l’Amministrazione comunale di Civitavecchia dovrebbe procedere senza indugio a delineare una proposta concreta di trasferimento dei diritti di uso civico da quei terreni irreversibilmente trasformati in quartieri e residenze di tanti cittadini a terreni di valore ambientale (boschi, pascoli, coste).