Quasi 1200 persone, l’80% dei quali residenti a Civitavecchia e il 20% nei comuni del comprensorio, hanno partecipato alla realizzazione dello studio ABC sottoponendosi ad accurate indagini di laboratorio e ad una visita medica-intervista. I risultati dello studio sono particolarmente importanti e in qualche caso disegnano anche alcune particolarità. Ad esempio a Civitavecchia ci sono più fumatori rispetto al resto del territorio, mentre il 25% del campione ABC ha dichiarato una abitudine al consumo di alcool di almeno 2 bicchieri al giorno, proporzione che raggiunge il 27% tra i residenti negli altri comuni del comprensorio.
Il 17.4 % delle persone oggetto dello studio è risultato obeso, con prevalenza tra i civitavecchiesi, e il 3.3% gravemente obeso. Lo stato di salute dei partecipanti al campione ABC è stato valutato sia utilizzando le informazioni raccolte durante l’intervista, sia usando i risultati degli esami di laboratorio di ematochimica generale, test di funzionalità respiratoria e misurazione della pressione arteriosa. La patologia più frequente è risultata l’ipertensione di cui dichiara di essere affetto il 39.2%, seguita dall’ipercolesterolemia dichiarata da circa il 36% del campione. Il 6% ha dichiarato di aver avuto una diagnosi di diabete il 6%, il 9% di essere affetto da asma, mentre il 6% ha avuto una diagnosi di una patologia cronica dell’apparato respiratorio, leggermente superiore negli altri comuni se confrontata con i residenti a Civitavecchia. Lo studio ha evidenziato che le prevalenze dichiarate di ipertensione, ipercolesterolemia e di diabete dei partecipanti allo studio ABC sono in linea con quanto avviene nel resto dell’Italia. Anche la prevalenza di Bronco Penumopatia Cronico Ostruttiva dichiarata dal campione ABC non si discosta sostanzialmente dalla prevalenza di questa patologia stimata nel Lazio. Rispetto alla popolazione italiana gli esami di laboratorio del campione ABC hanno evidenziato prevalenze più basse di ipercolesterolemia e la proporzione di soggetti ipertesi non si discosta sostanzialmente da quella della popolazione italiana, con il 43.8% rispetto al 51% negli uomini e al 37.2% nelle donne in Italia.