Sono ore frenetiche per la maggioranza. Il caso Pierfederici, su cui interviene anche il segretario della Cgil Caiazza, alimenta divisioni e dubbi all’interno dello schieramento di centrosinistra, in ebollizione e in continua evoluzione. L’ultimatum lanciato ieri dal gruppo dei dissidenti è ormai archiviato, superato dalla cronaca dei fatti che incalzano l’attività dell’amministrazione comunale. Questa mattina voci incontrollate parlavano di un rifiuto del sindaco Pietro Tidei della richiesta di Pierfederici di diventare capogruppo consigliare del Psi.
Palazzo del Pincio smentisce: il primo cittadino non ha ricevuto nessuna domanda e comunque non sta a lui prendere decisioni in merito. Un compito che spetta invece al presidente del consiglio Marco Piendibene, il quale conferma che Andrea Pierfederici ha protocollato la richiesta per l’adesione al Psi come capogruppo, ma in cambio ha ricevuto un rifiuto. Due le ragioni alla base del “no”: con l’uscita di Mauro Mei il gruppo consigliare del Psi non esiste più e il Psi non ha gruppi politici in Parlamento che ne giustifichino la presenza in consiglio.
Pierfederici, dunque, resta al Gruppo Misto. Da qui a parlare di caso risolto, però, ce ne passa. Ormai in maggioranza si è messa in moto una reazione a catena di polemiche che difficilmente si interromperà a breve. Lo dimostra il botta e risposta a distanza tra Psi e Sel. Secondo il segretario federale del Partito Socialista, Pio De Angelis, Mei dovrebbe dimettersi da consigliere, restituendo così al Psi il posto all’aula Pucci. “Chi ha violato il mandato elettorale è stato Pierfederici e non Mei” la secca replica di Sinistra Ecologia e Libertà.
Il tutto mentre in casa Pd si registrano nuove entrate. “Ivano Iacomelli e Marco Di Gennaro hanno chiesto la tessera del partito e domani la riceveranno” annuncia il coordinatore Clemente Longarini. Singolare il fatto che Iacomelli si ritroverà nel partito insieme a Di Gennaro, che solo ieri aveva criticato per la posizione critica presa sul caso Pierfederici. Una posizione che non convince neanche Longarini, secondo il quale “quanto emerso nella conferenza stampa di ieri è un po’ incomprensibile”. Incomprensibile perché, anche per il Pd, Pierfederici deve restare nel Gruppo Misto, poi “tra qualche mese si valuterà il suo operato”. Una sorta di periodo di prova quello che prefigura Longarini, ma che non convince i dissidenti della maggioranza, intenzionati a non arretrare di un passo sul caso Pierfederici, anche a costo di bloccare l’azione dell’amministrazione comunale.