Anche Civitavecchia ha accolto la campagna #RifiutoilPregiudizio lanciata da Special Olympics. Al campo di basket del Pincio il sindaco Tedesco, l’onorevole Battilocchio, l’assessore Riccetti e il consigliere Iacomelli non hanno saputo resistere al tentazione di fare un canestro contro il pregiudizio.
“Civitavecchia rifiuta ogni forma di pregiudizio – fanno sapere gli organizzatori – e non c’era occasione migliore per proclamarlo durante la settimana dedicata a sensibilizzare la violenza sulle donne” ha sottolineato la d.ssa Di Iorio fiduciaria coni che ha patrocinato insieme al comune di Civitavecchia l’iniziativa promossa da Special Olympics.
A far giocare i bambini presenti c’erano i ragazzi della classe 5° dell’istituto G.Marconi che hanno affiancato i docenti degli istituti comprensivi Don Milani, Flavioni e Galice tutti insieme per combattere ogni pregiudizio, bullismo, violenza di genere ed emarginazione di ogni individuo. Tanti sono stati i temi che i giochi proposti hanno fatto emergere. La manifestazione è iniziata proprio con un momento emozionante “l’inno di Mameli” fatto con la LIS lingua dei segni effettuata dai ragazzi dell’associazione IL TIMONE.
“Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze” è questo il Giuramento dell’atleta Special Olympics e da qui si dovrebbe ripartire tutti insieme.
L’evento di Special Olympics entra nel mondo della scuola per contrastare il bullismo e l’emarginazione dei giovani con disabilità per questo anche Civitavecchia il 23 Novembre 2019 ha aderito a #RifiutoilPregiudizio.
A questa Campagna di Special Olympics Italia, hanno aderito istituti scolastici ed il mondo del basket per promuovere la XVI European Basketball Week ma soprattutto per lanciare un forte messaggio culturale: il canestro è ai pregiudizi per contrastare il bullismo e l’emarginazione nei confronti degli alunni con disabilità. E’ proprio questo il focus dell’evento che coinvolge, attraverso lo sport, il mondo della scuola al fine di favorire una cultura del rispetto alla quale educare soprattutto i più giovani. Alunni con e senza disabilità intellettiva giocano insieme, nella stessa squadra, perché lo sport unificato permette di vedere oltre le differenti abilità, valorizzando, attraverso una partita, le capacità di ognuno; favorendo quella conoscenza che genera inclusione abbattendo stereotipi e pregiudizi”.