Un paesaccio con tanti difetti, alcuni che sfiorano l’assurdità. Eppure lo si ama e lo si continua ad amare. È questo il senso profondo dei sonetti di Giuseppe Croce che hanno dato lo spunto per lo spettacolo godibile e accattivate, proposto al Nuovo Sala Gassman da Ettore Falzetti che ha curato la regia e interpretato i versi, da Silvio Serangeli che ha fatto da contrappunto con le sue pungenti annotazioni e dalle sottolineature di grande musica di Gianni Bonavera e Gianni Fusini.
Un quartetto che ha funzionato bene nel ritmo e nella qualità con il pubblico sempre attento e partecipe nel perfetto silenzio della sala al completo. Una proposta all’apparenza dissacrante, in realtà un’onesta lettura della città nelle sue tante sfaccettature e con i suoi tanti personaggi minori. Dalla mitica quercia dell’ottimo consiglio di Leandro si è passati alla parabola di sant’Agostino e del ragazzino con il secchiello che vuole svuotare il mare, alle meretrici, ai soldati francesi dimenticati nel cimitero vecchio. E poi le sorelle Pugliesi, il Pirgo, e perfino un fatto di cronaca come la breve visita di Carlo d’Inghilterra riletta con un’ ironia graffiante. Infine, il 14 maggio e la storia che si spezza. E proprio questo richiamo finale pone l’accento sulla novità dello spettacolo, che esce volutamente dagli schemi celebrativi, ormai scontati e ripetitivi, per offrire una lettura al tempo stesso profonda e spensierata, poetica e dissacrante, con il ricordo, i ricordi che vanno rivissuti guardando al futuro. Una proposta corale molto apprezzata dal pubblico che ha a lungo applaudito e si è poi fermato a discutere nel dopo spettacolo.