Un buon successo, sabato sera al Traiano, per “La Mandragola” proposta da Mario Scaccia nei panni di Fra’ Timotèo e di regista della commedia di Niccolò Machiavelli. Un altro grande vecchio e forse la più bella commedia italiana. L’intramontabile Mario Scaccia ha presentato, sabato sera al Traiano, nel doppio ruolo di attore e regista, “La Mandragola” di Niccolò Machiavelli, in una rilettura semplice ed efficace che ha saputo mettere in evidenza l’estrema attualità dei temi trattati fra il burlesco ed un disincantato pragmatismo dall’autore del “Principe”. Il fine di avere un figlio maschio, da parte di un ricco sciocco e credulone, giustifica qualsiasi mezzo, persino quello di accettare che la bella moglie si unisca carnalmente con un malcapitato che nel rapporto deve assumere il veleno contenuto nella pozione di mandragola, necessaria per rendere feconda la donna. I servitori più astuti ed intelligenti dei loro ricchi padroni profondamente sciocchi, il frate sempre pronto a tendere la mano per qualche sostanziosa elemosina che gli fa disinvoltamente mettere da parte ogni principio, la madre che critica i principi morali della figlia temendo che l’assenza di un erede la porterà alla miseria: sono i riferimenti puntuali ad un mondo, quanto mai attuale, costruito sull’ipocrisia, dal quale sembra salvarsi solo il grande amore fra la giovane moglie del ricco sciocco e il giovin signore che mette a segno l’inganno della pozione magica. Mario Scaccia ha tratteggiato un Fra’ Timotèo pragmatico e disincantato, allontanandolo dal rischio di una connotazione troppo burlesca. Una scelta che sottolinea la volontà di andare a fondo nei temi scottanti di una commedia a lungo censurata e osteggiata. Una buona prova d’insieme, sottolineata dagli applausi finali dal pubblico del Traiano, impegnato a seguire il linguaggio non facile dei dialoghi.
Successo per “La Mandragola”
