Ieri si sono riuniti 50 quadri locali del Pdl, per decidere insieme le linee guida di questi ultimi 15 giorni della campagna elettorale. Alla riunione hanno partecipato i massimi esponenti del Pdl locale, con pochissime eccezioni per impegni elettorali presi in precedenza. Tra gli intervenuti: Dimitri Vitali, Fabrizio Reginella, Enrico Zappacosta, Patrizio Caraffa, Pasquale Marino, Massimo Boschini, Annita Cecchi, Claudio La Camera, Attilio Bassetti, Alessia Calanni, Alessio Romaguolo, Alessandro Maruccio, Vittorio Sebastiani, Eugenio Capparella, Simona Galizia, Giacomina De Fazi, Daniele Ceccarelli, Mauro Nunzi, Antonio D’Este Orioles, Alessandro D’Alessio e telefonicamente da Miami, per impegni istituzionali, il Sindaco di Civitavecchia Giovanni Moscherini il quale ha ribadito il suo pieno appoggio alla candidata Renata Polverini e la necessità di incoraggiare l’elettorato a sostenerla essendo l’unica vera alternativa valida dal punto di vista politico alla guida della Regione.
“Per la prima volta nella storia della nostra democrazia – si legge in una lunga nota – il simbolo del Pdl non sarà presente sulla scheda elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale del Lazio che verrà consegnata ai cittadini di Roma e provincia il prossimo 28 marzo. L’esclusione non è dipesa da alcuna violazione sostanziale delle regole che disciplinano la presentazione: tutti i documenti erano in regola, tutte le firme autentiche e conforme alla legge. La lista è stata esclusa solo perché i nostri rappresentanti, giunti in tribunale con mezzora di anticipo rispetto ai termini consentiti dalle norme, sono stati provocati da attivisti radicali e attirati di pochi metri al di fuori dell’area di presentazione della documentazione. A questo punto, incredibilmente, il magistrato che presiedeva la commissione ha dato disposizione ai Carabinieri di allontanare i rappresentanti del Pdl e si è rifiutato di accogliere la presentazione della lista. Abbiamo difeso le nostre ragioni nelle aule di giustizia, ma nel merito non potranno essere riconosciute se non dopo le elezioni. Il Governo ha allora tentato con un decreto interpretativo, firmato e quindi ritenuto costituzionale dal Presidente della Repubblica, di consentire una regolare consultazione democratica, rafforzando gli aspetti sostanziali delle procedure di accoglimento della presentazione delle liste, a discapito dei cavilli e della discrezionalità che nulla hanno a che vedere con il rigore delle regole. Come sempre, la peggiore sinistra d’Europa, quella di Bersani e Di Pietro, si è comportata in modo indegno, coprendo con insulti Silvio Berlusconi e non risparmiando neppure il Capo dello Stato, del quale si è persino richiesta la messa in stato d’accusa, ambedue colpevoli, nella becera propaganda dei sostenitori della Bonino, di ritenere fondamentale in una competizione democratica la presenza del più grande partito italiano. Contro questa sinistra violenta, demagogica, culturalmente stracciona, che non esita a sperare nella vittoria attraverso l’eliminazione dell’avversario, è giunto il momento di mobilitarsi, di gettare nella mischia tutta la forza della nostra grande comunità. La Regione umiliata da Marrazzo e dalla Giunta non rimarrà nelle mani del centrosinistra solo perché ci hanno rubato il simbolo. Per queste ragioni è necessario mobilitarsi e scendere in piazza, per ribadire la validità dei nostri programmi agli elettori. Renata Polverini è in campo. Il nostro candidato alla Presidenza può vincere e noi chiediamo ai nostri elettori di votare per lei e per la sua lista, infliggendo così una meritata lezione a chi ha orchestrato questa grande imboscata alla nostra democrazia. Sabato 20, alle ore 13, davanti al Tribunale di Civitavecchia ci daremo appuntamento per poi recarci a Roma, con i mezzi messi a disposizione dal partito, al fine di partecipare alla grande manifestazione di piazza. I cittadini che i riconoscono nei nostri valori non esitino a partecipare”.