A quanti negli ultimissimi giorni si sono trovati a transitare lungo via Aurelia Sud, nel tratto che si affaccia sulla Mattonara, non sarà sfuggita la presenza di una nuova gabbia in acciaio, del tutto simile a quella che circonda, ormai da anni, lo scafo P430 della ex Privilege. La nuova gabbia si trova parallela al mare e non perpendicolare come la precedente e, soprattutto, a differenza dell’altra rappresenta la testimonianza di qualcosa che funziona. Tra pochi giorni infatti, all’interno di quella struttura in acciaio sarà depositato il primo “scudo” della Tankoa.
Si tratta, in sostanza, del primo scafo che tra la fine di marzo e l’inizio di aprile lascerà il cantiere di Civitavecchia. Dopo essere stato trainato fino allo specchio acqueo antistante l’ex Privilege e deposto su una chiatta, lo “scudo” in acciaio della lunghezza di circa 50 metri sarà poi trainato da un rimorchiatore fino a Genova, dove sarà completato con arredi e apparecchiature che lo faranno diventare un’imbarcazione da sogno. Nel frattempo, all’interno del primo e più grande capannone ex Privilege, proseguirà il lavoro sugli altri due scafi in costruzione e su un terzo che prenderà il posto di quello ultimato. Insomma, la cantieristica di lusso, sulla quale le istituzioni a tutti i livelli e prima fra tutte l’Autorità Portuale, non credevano, è invece diventata, e nel giro di poco più di un anno, un elemento economicamente importante per Civitavecchia. Certo, c’è ancora da fare e tanto. Anzitutto, bisogna controllare che le cose vadano nella direzione prospettata da Tankoa nel suo piano industriale. Attualmente all’interno del capannone lavorano poco più di 80 persone. Solo la metà sono civitavecchiesi, addetti delle diverse aziende, metalmeccaniche e non, a cui si è rivolta la società genovese. L’altra metà è composta da forestieri, dipendenti di aziende liguri. E’ quindi opportuno che al più presto si raggiunga il 100% delle presenze di maestranze locali. E’ poi altrettanto opportuno che parta immediatamente la seconda fase, quella che deve portare, nel giro di pochissimo tempo, a far sì che gli yacht non siano più trasportati a Genova, ma vengano anche arredati, allestiti e attrezzati a Civitavecchia. Bisogna quindi organizzare e al più presto corsi di formazione. Insomma, bisogna darsi da fare. E subito, vista l’aria che tira da altre parti, a un tiro di schioppo dall’ex Privilege.
2 Comments
giovanni
Finalmente qualcosa di buono in città!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Si spera che come riportato nell’articolo si arrivi a completare le imbarcazioni senza trasportarle a Genova
Gepy
È un inizio, c’è ancora tanto da fare per l’economia della città però si può ripartire da qui. Se si vuole si può.