Il ruolo del proprietario dell’appartamento di via Caverni, le cause della morte, i motivi della fuga. Sono solo alcuni degli aspetti trattati ieri sera dalla trasmissione di Raitre “Chi l’ha Visto” relativamente alla vicenda di Valeria, la 17enne fuggita dal centro di solidarietà “Il Ponte” di via Veneto a Campo dell’Oro e trovata senza vita in un’abitazione del quartiere Prati a Roma. In primo luogo si è cercato di capire quale possa essere stata la causa della morte, che è quasi sicuramente riconducibile a un’overdose di eroina.
Come detto al TrcGiornale da Isabella, sorella maggiore della giovane, Valeria era libera dalla dipendenza legata all’assunzione di droghe da gennaio, quindi probabilmente non le veniva più somministrato neanche il metadone, una sostanza che viene assunta in dosi graduali in sostituzione dell’eroina. La ragazza potrebbe aver assunto una dose di stupefacente che ormai l’organismo non era più in grado di assimilare e che potrebbe averle provocato un arresto cardiocircolatorio. A questo punto entra in scena il proprietario 44enne dell’appartamento nel quale è stata ritrovata Valeria. Secondo i vicini di casa che sono stati sentiti dagli inviati di “Chi l’ha Visto”, l’uomo aveva un passato di tossicodipendenza e nella sua abitazione sono state trovate dagli agenti del Commissariato della Capitale alcune dosi di metadone. Aspetti che lascerebbero ipotizzare che, se davvero la giovane è morta di overdose, potrebbe averle dato lui la droga. L’uomo, invece, ha negato ogni responsabilità, sostenendo di aver conosciuto la minorenne venerdì scorso alla stazione di Roma Termini e di averla trovata deceduta sul letto il mattino seguente. La posizione del 44enne è al vaglio del Commissariato Prati per verificare soprattutto se sia eventualmente stato lui a cedere la sostanza stupefacente alla ragazza. Nel corso del programma non sono mancate critiche al centro di recupero, in particolare a presunte misure restrittive, come il divieto di spedire lettere, usare il computer o incontrare i familiari.