Il giorno di Natale, nella Chiesa di San Francesco di Paola, si è svolto il quinto pranzo di Natale con i poveri a Civitavecchia, che ricorre nel 33° anniversario del primo Pranzo di Natale che Sant’Egidio organizzò a Roma nel 1982 presso la Basilica di Santa Maria in Trastevere. Tante le persone in difficoltà presenti. Tutti hanno pranzato attorno ai tavoli apparecchiati a festa dentro la Chiesa. Erano presenti senza tetto di Civitavecchia, santa Marinella e Ladispoli, insieme a persone con disagio psichico, anziani che vivono da soli o a Villa Santina, pazienti dell’Istituto Calamatta, immigrati che vivono nella nostra città.
Tutti riuniti come una vera famiglia attorno al Vescovo Monsignor Luigi Marrucci, che come un Padre ha consolato tanti. Presenti anche il Parroco Padre Cataldo, alcuni preti diocesani e tanti volontari. Il Pranzo di Natale, nato per iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, è diventato un appuntamento importante nella vita della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia e tanti sono i preti, oltre il Vescovo, che aiutano la sua realizzazione. Il Vice-Sindaco ed Assessore alle Politiche Sociali Daniela Lucernoni ha salutato gli invitati comunicando la vicinanza ed il sostegno del Comune di Civitavecchia alle persone che vivono in estrema povertà. Alcuni importanti ristoranti i Civitavecchia hanno voluto offrire gratuitamente il menù natalizio a base di Lasagne e polpettone: Il Marchigiano, Il Buffet La Stazione, Hotel San Giorgio, Hotel de la Ville, La Bomboniera, La Giara, Stuzzichino, Taverna del Moro, Taverna dell’Olmo, Catering Coccioloni, Baffone. In un mondo attraversato da conflitti, incomprensioni, dove la sofferenza viene nascosta agli occhi dei più e le distanze a volte si trasformano in un vero e proprio abisso, questa tavola apparecchiata per una festa è un segno di unità e di pace. Una immagine di come dovrebbe essere il mondo. Tutti, grandi e bambini, hanno ricevuto un bel regalo da Babbo Natale alla fine del Pranzo. Il Pranzo di Natale con i poveri rappresenta allora una risposta dei cristiani alla mentalità dell’inaccoglienza ed ha un particolare significato in questo tempo di crisi. I tanti volontari che hanno aiutato testimoniano che davvero c’è più gioia nel dare che nel ricevere. E’ stato un segno di vicinanza e speranza per tante persone che soffrono.