«Siamo italiani e avere rispetto dei simboli che ci fanno sentire tali non è sciocco né, tanto meno, eccessivo. È, al contrario, necessario perché ricordare il nostro passato è l’unico modo per onorare noi stessi». Questo uno dei passaggi fondamentali del discorso che il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola ha tenuto a Piazzale Europa, davanti al monumento dei Caduti, chiudendo le celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. All’evento, in cui è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime del terremoto in Giappone, hanno partecipato le massime autorità cittadine e militari, le associazioni di volontariato, quelle Combattentistiche e d’Arma, i bambini delle scuole elementari, la banda “Giacomo Setaccioli” e tantissima gente comune.
«L’appartenenza a una nazione non deve spaventare. – ha affermato il primo cittadino – Anzi sia motivo di orgoglio così come una nazione tanto lontana ci insegna: il Giappone, devastata da uno dei più violenti sismi degli ultimi 50 anni. Celebriamo questa ricorrenza con responsabilità, senza dimenticare i sacrifici dei nostri padri e riconoscendo loro il giusto posto nella storia. E ignorare le proprie radici non giova a nessuno, anche a chi tenta di negare la festa, non dimostrando orgoglio per il proprio Paese e offendendo le morti di quanti hanno donato ideali e speranza alle generazioni a venire». La cerimonia si è aperta in piazza Giacomo Matteotti con la deposizione di una corona d’alloro al busto di Domenico Emanuelli (sindaco di Tarquinia tra il 1944 e il 1945), ricordato dal consigliere comunale Alberto Blasi, per poi spostarsi a palazzo Vipereschi, che ospitò nel 1875 Giuseppe Garibaldi. Dopo la collocazione di una corona d’alloro, il presidente dell’Università Agraria Alessandro Antonelli ha tracciato un breve ritratto della figura dell’Eroe dei Due Mondi, assurto a simbolo universale di libertà. Il corteo (con in testa un grande tricolore portato dai bambini) ha poi ha raggiunto piazza Giuseppe Mazzini, dove è stata posizionata una corona d’alloro al monumento a lui dedicato e il vice sindaco Giovanni Olivo Serafini ha ne rammentato l’importanza rivestita nel processo di unificazione del Paese, per poi continuare a piazzale Europa. Al monumento dei Caduti è stata collocata una corona d’alloro e, al termine del discorso del sindaco Mazzola, è stato cantato per più volte l’inno di Mameli, a suggello di uno splendido giorno di festa.