L’Emap (European Music Archaeology Project) entra nel vivo delle sue attività con il workshop che dal 20 al 23 novembre riunirà a Tarquinia alcuni tra i più grandi specialisti di strumenti musicali del mondo antico. Offrendo subito una prima occasione per condividere, ma soprattutto ascoltare, il frutto del lavoro svolto fin qui, nell’incontro-performance aperto al pubblico che si terrà sabato 23 novembre, alle ore 21:30, presso la Biblioteca Comunale di Tarquinia.
Protagonista assoluto quello che i Greci chiamavano aulos e i Romani conoscevano come tibia, il cosiddetto doppio flauto, in realtà un oboe ad ancia doppia che richiedeva la respirazione circolare per essere correttamente suonato, proprio come le launeddas sarde. Il workshop d’esordio dell’EMAP coincide infatti con il primo meeting internazionale dell’ Auloi/Tibiae Revival Project, ovvero studio, ricostruzione e rinnovata pratica dello strumento a partire da esemplari riemersi dal Museo del Louvre e dagli scavi di Pompei e di Poetovio (nell’attuale Slovenia), che saranno appunto indagati, ricostruiti e finalmente ri-suonati grazie all’impiego di sofisticate tecnologie, unite alle ricerche sperimentali e interdisciplinari di archeologi, musicisti, ri-costruttori di strumenti musicali. I modelli messi a punto per il progetto saranno d’ora in poi impiegati nelle diverse attività dell’EMAP, conferenze, concerti, workshop, programmi didattici per bambini e masterclass professionali, per poi confluire nella mostra interattiva ARCHÆOMUSICA – The Sounds and Music of Ancient Europe, che debutterà a Roma nel maggio 2016.
Del team consacrato al progetto sul “doppio flauto”, che è parte integrante dell’EMAP, fanno parte Stefan Hagel (Accademia austriaca delle Scienze), Olga Sutkowska (Università delle Arti di Berlino), Barnaby Brown (Cambridge University), Peter Holmes & Martin Sims (Middlesex University), oltre a Cristina Majnero e Roberto Stanco dell’ensemble musicale Ludi Scaenici.
L’EMAP è un progetto cofinanziato dell’Education, Audiovisual and Cultural Executive Agency (EACEA) dell’Unione europea, che intende fornire la “prova sonante” delle più antiche radici comuni dell’Europa. Svelando il ruolo svolto dalla musica – e fin qui poco indagato – nel creare una rete di interconnessioni, rimandi, tratti condivisi tra le diverse culture europee. Molto tempo prima che il Vecchio Continente diventasse tale, prima che la nascita dell’Unione Europea sancisse questa comune appartenenza, prima che la cosiddetta e a questo punto anche presunta “storia della musica” avesse inizio.
Dal Paleolitico superiore (circa 40mila anni prima di Cristo) all’Età del Ferro, dalle grandi civiltà classiche al Medioevo e oltre, in un gioco di travasi che spesso porta dritto a musiche di tradizione diffuse ancora oggi in diverse regioni del Continente e del Mediterraneo. Un viaggio tra archeologia e arte (della musica, ma non solo), scienza e creatività. Con un approccio che sfrutta le nuove tecnologie del sound design e delle immagini tridimensionali per rendere leggibili e “udibili” più che mai corni, trombe, flauti, arpe, organi e altri sofisticati congegni sonori del mondo antico, poi si affida alla maestria manuale dei ri-costruttori di strumenti, nonché a speciali tecniche in grado di ricreare il contesto sonoro originale, e infine confida nei musicisti di oggi per rivelare il valore anche artistico che questi oggetti conservano, il potere intatto della loro “voce”. Così da capire meglio cosa portava Marco Tullio Cicerone a sostenere che “una vita senza musica è come un corpo senza anima”.
Da Tarquinia, nel cuore dell’Etruria, l’EMAP collegherà studiosi e artisti, artisti-studiosi e studiosi-artisti di sette diversi paesi europei in una rete di eventi che si snoderà nell’arco dei prossimi 5 anni: la mostra multimediale, interattiva e itinerante ARCHÆOMUSICA – The Sounds and Music of Ancient Europe, ma anche una serie di workshop, conferenze, concerti, pubblicazioni e programmi didattici di tutti i livelli, dal pre-scolare in poi, in cui confluiranno i lati scientifici e quelli più “spettacolari” dell’intero progetto.
Nel 2013 l’EMAProject si è classificato primo nel bando più prestigioso del settore cultura (Strand 1.1) dell’Education, Audiovisual and Cultural Executive Agency (EACEA).