Lettera apertura al sindaco, alla giunta ed ai consiglieri comunali di Tarquinia sull’impianto a biogas in località Olivastro. Di seguito il testo, incentrato sulla richiesta di intervento a tutela della salute pubblica.
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Egregio Sindaco, Egregi Assessori, Egregi Consiglieri,
quale Presidente dell’Associazione “Bio Ambiente”, Vi scrivo in merito alla realizzazione dell’impianto a Biogas in zona Olivastro, proposto dal Consorzio il Pellicano ed attualmente in corso di Valutazione di Impatto Ambientale presso la Regione Lazio, nonché oggetto di due procedure autorizzative presso la provincia di Viterbo, la prima, ex art. 208 del Dlgs 152/2006, in qualità di impianto di trattamento rifiuti, l’altra quale impianto per la produzione di energia ai sensi della L. 387/2003.
Abbiamo preso visione del Verbale della Conferenza dei Servizi svoltasi nel novembre scorso presso la Provincia di Viterbo (allegato 1).
Alla luce di quanto riportato nel Verbale volevo esprimere a nome mio e della associazione che rappresento, apprezzamento a Lei Signor Sindaco, al Vice Sindaco, Signor Renato Bacciardi e al Dirigente Arch. Fioravanti per avere rilevato l’incompatibilità di tale impianto con il vigente PRG e per avere evidenziato il contrasto tra la sua eventuale realizzazione e il dettato della delibera comunale n° 33 del 17/5/2004 che recita: “omissis … ESPRIME la piena ed incondizionata contrarietà all’insediamento di centrali, industrie od impianti dediti alla lavorazione, stoccaggio e trattamento di qualsiasi tipo di rifiuti (urbani, speciale, industriali, pericolosi, ecc.) provenienti da aree non ricomprese nell’ ambito del territorio comunale di Tarquinia; … omissis”.
Da queste prese di posizione, unitamente alle sue dichiarazioni, pubblicate sulla stampa, di contrarietà alla realizzazione di tale impianto, abbiamo dedotto che Lei e tutta la Giunta siete vicini alle nostre preoccupazioni e alle nostre ragioni.
Ad ogni buon fine, con spirito di assoluta collaborazione, appare opportuno ricordare che, alla luce del disposto del comma 6, articolo 208 del citato Dlgs 152/2006, l’eventuale approvazione del progetto, determinata dalla maggioranza dei pareri espressi in senso favorevole in sede di conferenza dei servizi, “… omissis… sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori” e, pertanto, la Vostra ferma contrarietà, qualora fondata unicamente su motivazioni di carattere urbanistico o, comunque, riferibili alla sfera dell’indirizzo politico, potrebbe essere del tutto superata da una decisione finale difforme adottata a maggioranza dalla Conferenza di Servizi.
Per questa ragione, pur auspicando che l’Amministrazione Comunale voglia confermare, nella prossima riunione decisoria della conferenza dei servizi, la contrarietà alla modifica del vigente PRG e l’impegno assunto con la citata delibera n. 33 del 17/5/2004, Le chiediamo di rafforzare tale posizione attraverso l’esercizio dei poteri a Lei esclusivamente attribuiti dalla Legge e, in particolare, dall’art. 216 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie (Regio Decreto 27 luglio 1934, n. 1265), tramite l’espressione, in conferenza dei servizi, di un Suo parere contrario, non suscettibile di essere superato dall’eventuale maggioranza di pareri favorevoli, nell’interesse della salute pubblica.
Nella mia qualità di Medico ISDE, conoscendo per formazione professionale le gravi conseguenze alla salute dei cittadini e consapevole degli inevitabili danni all’agricoltura ed all’ambiente, non posso esimermi dall’esprimere grave preoccupazione per i danni che potrebbero derivare alla nostra comunità dalla costruzione di un impianto a biogas.
L’eventuale realizzazione di tale impianto sarebbe, infatti, causa di alcune criticità quali:
L’eventuale impianto si troverà a zero metri dalla prima abitazione e a meno di duecento-trecento metri da altre sei e risultano essere circa una dozzina le ulteriori abitazioni nel raggio di 500 metri dal confine del terreno sede dell’eventuale industria, piazzata peraltro nel bel mezzo di un territorio fatto di Aziende Agricole locali da sempre fiore all’occhiello dell’agricoltura nazionale. Ciò non viene riportato con precisione nel progetto in esame per una più puntuale valutazione ai fini dell’impatto ambientale né viene evidenziato che essendo un’industria insalubre di prima classe, la sua localizzazione in tale sito non rispetterebbe il TESTO UNICO delle LEGGI SANITARIE Art.216
Secondo quanto previsto nel progetto per alimentare tale centrale (rientrante nella classifica di “industria insalubre di prima classe”) si dovrà trasportare la “materia prima” quale rifiuti organici (FORSU), mais, ecc., nonché liquami di origine animale, da molte altre città limitrofe, poiché la produzione del cosiddetto umido (rifiuti organici) a Tarquinia ammonta a circa 1.200 – 1.400 tonnellate/anno, quantità risibile rispetto a quanto necessario per il funzionamento dell’impianto (25.000 tonnellate/anno) per una centrale di circa 1 MW; ciò fortemente in contrasto con quanto previsto nella citata Deliberazione n.33/2004, che recita: “omissis … ESPRIME la piena ed incondizionata contrarietà all’insediamento di centrali, industrie od impianti dediti alla lavorazione, stoccaggio e trattamento di qualsiasi tipo di rifiuti (urbani, speciale, industriali, pericolosi, ecc.) provenienti da aree non ricomprese nell’ ambito del territorio comunale di Tarquinia; … omissis” ma condizione irrinunciabile per garantire la validità dell’iniziativa degli imprenditori sul piano economico,
Il trasporto delle quantità sopra dette, comporterà il transito giornaliero di circa 50 autocarri (con il viaggio di andata e ritorno) per il trasporto dei liquami, oltre ad altri autocarri, il cui numero, peraltro, non è stato indicato, per il digestato. Parliamo di più di 6.500 camion all’anno che equivalgono alle emissioni di circa 40.000 automobili;
Tale incremento di traffico causerà non irrilevanti problemi di viabilità in quanto i carri agricoli e gli autocarri saranno costretti a transitare sulla S.P. 97 Valle del Mignone, unica strada di accesso già gravata dal dover sostenere, con la realizzazione della cosidetta autostrada Tirrenica, il traffico agricolo e di scorrimento proveniente delle aree Olivastro, Montericcio, Pantano e Farnesiana essendo detta strada l’unica “arteria” a servizio di dette zone,
È ormai di evidenza scientifica che un impianto per la produzione di Biogas dia luogo ad importanti emissioni in atmosfera di ossido nitrico, ossido di azoto e zolfo, alte concentrazioni di CO2, ed inoltre a produzione di polveri sottili (nano particelle, particolato primario e secondario) , tutti fattori di alto rischio pro-cancerogeno o di malattie respiratorie e cardiovascolari, oltre ad emissioni odorifere fortemente fastidiose. Tutto ciò risulta essere quindi non compatibile con la vita quotidiana di nessun essere umano;
Gli impianti a biogas sono, inoltre, ad alto rischio di contaminazione patogena batteriologica e pertanto non sono assolutamente innocui neanche per i terreni né per la falda acquifera che, nel caso specifico, è rilevabile a quote “prossime a quella di campagna” come evidenziato nel parere dell’Area Difesa del Suolo della Regione Lazio prot. 150600 del 7 aprile 2011 (all.2). Infatti la fermentazione anaerobica dei rifiuti organici favorisce la produzione di batteri sporigeni anaerobi come il Clostridium Botulinum che, attraverso il digestato (prodotto finale della lavorazione di tali industrie) successivamente sparso sui campi come concime, può determinare problemi anche mortali negli animali d’allevamento e finanche alle persone (Allarme botulismo dalla Germania; Prof. Dr. Helghe Bohnel).
Per ultimo, ma non per importanza, non va sottovalutato il fatto che l’impianto in questione andrebbe ad inserirsi in una già precario contesto ambientale gravato da numerose altre fonti altamente inquinanti (Centrali a carbone di Torrevaldaliga Nord, centrale turbogas di Torrevaldaliga Sud e centrale policombustibile di Montalto di Castro, Porto di Civitavecchia, deposito di petcoke a Tarquinia, ecc.), e le emissioni avrebbero un pesante effetto sommatorio dal quale risulterebbe un vero danno esponenziale per la salute dei cittadini e dell’ ambiente!
Penso, infine, sia mio dovere deontologico, in qualità di medico, sottolineare che il diritto alla salute non consista nell’assicurare chemioterapici e/o similari, ma nell’evitare, anche tramite l’applicazione del principio di precauzione, che si creino situazioni di potenziale rischio patologico, soprattutto là dove le evidenze scientifiche, come nel caso del biogas, sono acclarate.
Sulla base di tali motivazioni Le rivolgiamo appello affinché, avvalendosi dei poteri conferitogli dall’art. 216 del già citato Regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, in qualità di primo responsabile della salute dei cittadini, oltre che nel pieno rispetto dei principi di precauzione e prevenzione di cui all’art. 191 del TFUE e all’art. 3-ter del Dlgs 152/2006, esprima il proprio parere negativo alla realizzazione dell’impianto a biogas nel territorio di Tarquinia proposto dal consorzio Pellicano.
Le chiediamo inoltre, a maggiore tutela della popolazione, come già fatto in altri comuni che si sono trovati ad affrontare la stessa problematica, di proporre al Consiglio Comunale l’approvazione di una modifica al Regolamento comunale di Igiene, introducendo delle distanze minime, almeno 1500 – 2000 metri, delle abitazioni sparse da qualsiasi tipo di industria.
Con la speranza che Lei voglia intervenire in modo deciso e proficuo, ascoltando le nostre richieste, e dimostrando così che le Istituzioni sono aperte al confronto con le reali problematiche dei cittadini, che le Istituzioni hanno a cuore anche i diritti dei cittadini e non solo i loro doveri e che da tali confronti e vicendevoli attenzioni e tutele si costruirà sicuramente un’Italia migliore.
La invitiamo infine, vista la celerità dei tempi, di rendere tempestivamente noto a tutti gli Enti istituzionali coinvolti nel processo di valutazione e rilascio dell’ autorizzazione sollecitata dal Consorzio, la ferma opposizione Sua e del Comune a tale progetto. Resto a disposizione, insieme agli altri membri dell’Associazione, per qualsiasi informazione in merito.
I cittadini dell’ Associazione Bio Ambiente – cura e salvaguardia del Territorio di Tarquinia e dell’ Alto Lazio, i cittadini residenti in loc.tà L’Olivastro di Tarquinia ed il Forum Ambientalista